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Alice, un castello di meraviglie Brividi nel ricordo di Battiato

Che applausi Splendida l’esibizione di Alice FOTO  BRENZONI
Che applausi Splendida l’esibizione di Alice FOTO BRENZONI
Che applausi Splendida l’esibizione di Alice FOTO  BRENZONI
Che applausi Splendida l’esibizione di Alice FOTO BRENZONI

L’arte e la poesia del Maestro nella cornice delle mura scaligere. Ieri l’ultimo appuntamento con il «Villafranca Festival» è stato un tributo speciale, di quelli che fanno vibrare l’anima. Ripesca ricordi e fa viaggiare lontano restando inchiodati alle sedie puntante nell’erba del castello. Alice canta Battiato. E basterebbe questo a spiegare la magia. La voce sublime dell’artista vincitrice di Sanremo all’inizio degli anni Ottanta è dolce e potente. Forte e delicata. Mescolata alla musica e alle parole di uno dei più grandi di sempre è un viaggio intimo. Alice entra vestita di chiaro, la luce blu ad illuminare il palco quasi a creare un cielo – o un mare – infinito a perdersi fuori dal tempo. Il primo brano è «Luna Indiana», pezzo della fine degli anni Settanta. Il motivo della scelta di questo tour, Alice, lo aveva spiegato prima dell’inizio della tournee estiva con poche parole, ma arrivate dritte al cuore di chi, il Maestro lo ha amato. E’ il compositore, aveva detto, che sento più vicino e affine. Anche perché – e sul palco ieri sera si è visto – il rapporto fra Alice e Battiato è di quelli profondi, senz’età. Una corda, un filo invisibile e per questo impossibile da spezzare. «Non ero mai stata qui al castello di Villafranca, ma è meraviglioso. Questo programma, questo concerto è totalmente dedicato al nostro amato Franco Battiato», dice l’artista. E subito scatta il primo – lungo - applauso della serata dal pubblico più numeroso di tutto il festival. «Uno dedichiamolo proprio a lui», dice quasi sottovoce ad un certo punto. La strada dei due insieme è stata lunga e piena di tappe che restano incastrate nella memoria di chi ha visto e sentito quell’unione straordinaria. Come il tour «Battiato e Alice», in giro per l’Italia nel 2016. E così Alice racconta aneddoti del compositore, entra nell’intimità di Battiato e la regala, delicata, al pubblico. «E’ stato bello» è il secondo brano della notte tributo. E poi, prima di proseguire Alice si ferma un attimo: «Quella che farò adesso è una delle ultime canzoni che Battiato ha scritto per me. Lo avevo chiamato per chiederne una mistica, lui si mise a ridere. Non so, aveva detto. Poi qualche giorno dopo mi ha fatto sentire Eri Con Me». Il punto di collegamento, se mai ce ne fosse stato bisogno, ieri aveva dita veloci e precise sopra tasti bianchi e neri. Quelle dell’altro maestro, il pianista Carlo Guaitoli, collaboratore di Battiato per tanti anni. Durante la serata che promette pioggia in avvicinamento Alice canta «L’animale», «Veleni», «Un’altra vita», «Io chi sono». L’emozione sale quando, nella seconda parte del concerto, una dopo l’altra, l’aria si riempie con «Gli uccelli», «Povera patria», «Summer on a solitary beach». Lo spettacolo sembra volgere al termine e invece arrivano i pezzi da novanta: «La stagione dell’amore», «E ti vengo a cercare» e «La cura». «Il mio desiderio», altre parole che avevano solo preannunciato quello che il pubblico poi ha visto ieri sera, aveva detto Alice, «è cogliere e raccogliere ciò che Battiato ha trasmesso attraverso la sua musica e i suoi testi». Così è stato, in tutto. «Per Elisa», pezzo con cui Alice ha vinto Sanremo nel 1981 - scritta insieme a Battiato - è il penultimo brano della notte. Chiusa poi da «L’era del cinghiale bianco». Tutti in piedi e standing ovation. Con il concerto di Alice si è chiusa la kermesse a Villafranca, aperta l’8 luglio da Venditti. L’appuntamento, ora, è all’estate prossima. •.

Nicolò Vicenzi

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