<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
None

Schermi d'amore: «Against the current»
conquista la Giuria giovani

SCHERMI D'AMORE. La 14a edizione chiude con la meritata vittoria dei due migliori titoli in gara. Il film di Callahan affronta il tema della morte con grazia. Il pubblico premia «Little ashes» sull'amicizia tra Garcìa Lorca, Buñuel e Dalì
Joseph Fiennes e Elizabeth Reaser in una scena del film «Against the current»
Joseph Fiennes e Elizabeth Reaser in una scena del film «Against the current»
Joseph Fiennes e Elizabeth Reaser in una scena del film «Against the current»
Joseph Fiennes e Elizabeth Reaser in una scena del film «Against the current»

Verona. Guarda la sezione completa | Guarda i trailer dei film La 14a edizione di Schermi d'Amore si è conclusa con la meritata vittoria dei due migliori film visti in competizione. Against the current dell'americano Peter Callahan ha ricevuto il Premio Giuria giovani, composta da 17 studenti veronesi. La motivazione: «per la capacità di riuscire a trattare tematiche complesse come quelle della morte e del dolore con umorismo e delicatezza senza cadere nel moralismo». Il film racconta di uomo che, accompagnato da un amico, decide di nuotare lungo il corso del fiume Hudson prima di togliersi la vita e raggiungere, così, la moglie morta in un incidente stradale. Materia trattata con maturità espressiva ed esistenziale in un film piccolo ma memorabile, grazie soprattutto a una sceneggiatura ricca di amarissima ironia.
Little ashes dell'inglese Paul Morrison (già vincitore nel 1999 con Solomon and Gaenor) si è aggiudicato la Rosa di Schermi d'Amore, assegnata dal pubblico. Non un capolavoro ma senza dubbio una rara occasione di "spiare" l'intimità di tre grandi artisti come Federico García Lorca, Louis Bunuel e Salvador Dalí, in un momento poco conosciuto della loro giovinezza. Un trionfo per il cinema anglosassone, reduce da una delle sue stagioni più intense e, almeno in questo concorso, più vitale e vicino alla gente in sala di tutta la concorrenza (non guastava la presenza di volti riconoscibili come quelli di Joseph Fiennes e Robert Pattinson).
La direzione ha voluto anche celebrare il regista spagnolo Miguel Albaladejo con un Premio alla carriera.
«Ogni anno perdiamo una giuria» ha detto il direttore artistico Paolo Romano, prima di passare ai ringraziamenti, alludendo alla scomparsa dello storico Premio Reggiani (la Giuria di qualità era sparita nel 2009). Eppure Schermi d'Amore sopravvive, nonostante la carenza di fondi, tempo e logistica.
La presenza di Silvio Soldini e Alba Rohrwacher ha anche portato un po' di polvere di stelle alla rassegna. Viene da chiedersi: era impossibile, vista la presenza in città di Amanda Seyfried per la "prima" di Letters to Juliet, fare in modo che l'attrice fosse presente anche all'attiguo debutto di Dear John (altro titolo che la vede protagonista)? Organizzare un festival in 40 giorni è quasi impossibile.
Va dato credito, a Romano e al suo team, di aver compiuto l'ennesimo miracolo, oltretutto senza permettere significative flessioni nella qualità dell'offerta. I veronesi hanno premiato tale coraggio con entusiasmo e sale piene. Questo, però, non significa che Schermi d'Amore possa continuare all'infinito a vivere nell'incertezza. Il cinema è la forma d'arte e d'intrattenimento più popolare; il melodramma non sarà un genere leggero, ma sono passati molti anni, ormai, dacché le proposte di Schermi d'Amore hanno iniziato a variare, fino a includere titoli di ogni ascendenza.
Il nome resta per un' incontestabile ragione d'identità. Di festival è pieno il mondo; di Schermi d'Amore ce n'è uno solo. Ci auguriamo che in futuro si aprano nuove finestre di dialogo cosicché la città non perda l'unico appuntamento fisso e istituzionale con il grande schermo.

Adamo Dagradi

Suggerimenti