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Panchine anti-bivacco, la città si divide

La panchina con bracciolo centrale anti bivacco FOTO MARCHIORI

stonino rispetto al messaggio di accoglienza che il luogo sacro offre, trova consensi tra i veronesi. Non tutti però: la questione infatti, divide gli animi.
«Sono d'accordo con don Vinco, qui queste panchine non hanno senso, stonano, poiché la chiesa è un luogo di accoglienza per tutti, senza distinzioni, e queste panchine sono invece il segnale di un rifiuto, tanto più del rifiuto verso gli ultimi, proprio quelli che nella chiesa dovrebbero trovare maggiore carità», commenta una parrocchiana, che sta uscendo di chiesa. «Nessuno dice che sia bello usare le panchine per il bivacco, questo è ovvio, ma non è con una sbarra che si risolve il problema. Una sbarra che sul sagrato di una chiesa a me pare un pugno nell'occhio».
«Le panchine sono fatte per riposare e non per bivaccare: secondo me è giusto che abbiano messo queste», è invece il parere di Stefano, residente della zona, che incontriamo insieme all'amico Marco. E anche Marco sostiene: «Questo tipo di panchine non è un'invenzione veronese, io le ho viste anche a Londra, non trovo nulla di scandaloso nel fatto che siano state posizionate qui: il bivacco non è bello neppure davanti ad una chiesa».
«Mi ha fatto molto piacere vedere che la chiesa prende posizione», osserva Piera, che lavora nel negozio di profumeria vicino a San Nicolò. «Sono pienamente d'accordo con le parole del parroco, e trovo importante che si sia espresso con chiarezza».
«Sono d'accordo, non piacciono neppure a me queste panchine», conviene Tiziano, titolare della caffetteria San Nicolò. «Non mi sono mai piaciute, e comunque qui stonano».
«Io invece credo che dovremmo essere tutti grati a questa amministrazione che sta rendendo la nostra città sempre più bella e decorosa», ribatte un altro residente. «Per ottenere risultati non sempre si fanno scelte "simpatiche", ma sono necessarie. A qualcuno piacerebbe se qui davanti alla chiesa di notte venissero a dormire i senza fissa dimora?».
«Certo è brutto vedere gente che dorme sulle panchine, ma non credo che la soluzione sia una sbarra: il problema è a monte», osserva Fatima, titolare di Aida Caffè, proprio di fronte alle panchine. «Io credo che a nessuno piaccia dormire su una panchina, se lo fa è perché è disperato: quello che serve non è una sbarra, ma un posto alternativo alla panchina da offrirgli. La chiesa è anche il simbolo di questo "posto alternativo", dell'accoglienza per chi è nella sofferenza: che abbia davanti il simbolo invece del rifiuto è evidente che stona».© RIPRODUZIONE RISERVATA (...)

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