«Non si beve, si degusta Insegnamo a bere bene»

«Cerchiamo di dimenticare il termine "bere". Al Vinitaly si degusta». Il direttore Giovanni Mantovani tiene molto alle etichette, e non vuole che sulla rassegna venga appiccicata quella di appuntamento per gli amanti della sbronza facile. «Buyer, wine lovers e operatori del settore sono i benvenuti: ricordiamoci che la Fiera è soprattutto business», puntualizza Mantovani.
L'etichetta che invece il Vinitaly mostra con orgoglio è quella pensata da Polizia di Stato e Unione italiana vini e che verrà presentata da domenica nell'inedito stand delle forze dell'ordine. «In Vino Virtus. Change your drinking, save your life» è lo slogan della campagna (nata da un'idea del vice questore aggiunto Anna Capozzo) sul bere responsabile, che ha avuto l'ok del capo della polizia Pansa e che si avvarrà anche di simulatori che ricreano le condizioni di una guida in stato di ebbrezza. Quarantacinque le cantine di tutta Italia che hanno aderito all'iniziativa. «Insegnamo a bere bene. O il nostro settore andrà in crisi», è il messaggio di Carlotta Pasqua, presidente dei giovani imprenditori vinicoli.
Promuovere la cultura del vino e cancellare gli stereotopi «alla Toscani» legati a questo mondo. È anche per questo che l'obiettivo è quello di limitare il più possibile la presenza di «infiltrati» alla manifestazione. Il padigione di Vinitaly all'Expo potrebbe essere in questo senso un'anticipazione di quello che avverrà nelle prossime edizioni, quanto meno negli eventi fuori salone: lì infatti verrà imposto un limite di 200 cl di vino a persona, in pratica poco più di sei bicchieri di dimensioni standard.
Intanto il questore Danilo Gagliardi ha annunciato un incremento dell'attività di pattugliamento nei giorni di Fiera, in particolare per la prevenzione dei furti nelle auto in sosta e dei fenomeni di taccheggio e borseggio.