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CATANIA.

Mafia, per Lombardo 6 anni e 8 mesi

La Procura: fatto storico I contatti con Cosa nostra provati per dieci anni L'inchiesta nata nel 2010
Raffaele Lombardo
Raffaele Lombardo
Raffaele Lombardo
Raffaele Lombardo

CATANIA
Il gup di Catania ha condannato ieri a 6 anni e 8 mesi di reclusione l'ex governatore della Sicilia e leader del Mpa, Raffaele Lombardo, per concorso esterno in associazione mafiosa. Accusa che assorbe anche la contestazione del voto di scambio con Cosa nostra. Per il giudice sarebbero provati 10 anni di contatti con il clan Santapaola-Ercolano, ma non quelli con il clan Cappello, reato dal quale Lombardo è assolto.
Nata da uno stralcio dell'indagine Iblis (iniziata nel novembre 2010) dei carabinieri del Ros di Catania su presunti rapporti tra Cosa nostra, politica e imprenditori, l'inchiesta era sfociata in un processo per reato elettorale davanti al giudice monocratico per Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. processo poi confluito nell'attuale per la contestazione dell'aggravante mafiosa nel reato.
Per l'ex governatore la Procura di Catania aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione «ritenendo che ci siano elementi solidi per affermare la sua responsabilità nell'avere contribuito all'organizzazione Cosa nostra per circa 10 anni, fino al 2009». Il capo della Procura Giovanni Salvi parla di «fatto storico», che raccoglie i frutti del lavoro di una «procura unita»: «Per la prima volta arriva la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa per un presidente della Regione siciliana», sottolinea Salvi.
Lombardo commenta la sentenza con un laconico «me l'aspettavo». «È l'epilogo naturale», sostiene, «del primo grado di giudizio, ma io sono sereno. Il giudice, oltre che onesta, per bene, imparziale, indipendente, non poteva avere un coraggio sovrumano da schierarsi con una sentenza di assoluzione». L'ex governatore riconosce ai suoi legali di avere «condotto una battaglia veramente straordinaria dal punta di vista professionale» e si richiama a Sciascia, «conoscendo il contesto». «Man mano che la tensione si attenuerà», ritiene Lombardo, «nei passaggi successivi affermeremo la verità anche perché i reati che mi vengono contestati sono assurdi e ridicoli».
IL FRATELLO. Per il fratello dell'ex governatore, Angelo Lombardo, deputato nazionale del Mpa, il gup ha disposto il rinvio a giudizio per gli stessi reati. La prima udienza del processo sarà celebrata il prossimo 4 giugno davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Catania. Il suo legale, Piero Granata, è certo di «potere dimostrare la sua innocenza in aula». Separando, anche giuridicamente, il suo cammino da quello del fratello.

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