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LOTTA AI SUPER-TRENI.

«Lotta armata». Choc No Tav Lettera Noa: condanne a morte

Comunicati alle redazioni Toni in stile Brigate Rosse Lupi: «Deliri criminali» Il M5s prende le distanze
Chiomonte, Torino: scontri tra polizia e No Tav avvenuti nel 2012
Chiomonte, Torino: scontri tra polizia e No Tav avvenuti nel 2012
Chiomonte, Torino: scontri tra polizia e No Tav avvenuti nel 2012
Chiomonte, Torino: scontri tra polizia e No Tav avvenuti nel 2012

TORINO
La «lotta armata» partirà da Torino e dalle battaglie contro la Tav. E come primo atto vedrà l'esecuzione della «sentenza di condanna a morte» per quattro persone colpevoli di partecipare alla «repressione» del movimento che si oppone alla ferrovia Torino-Lione. Firmato: Noa-Nuclei Operativi Armati.
Dicono questo i comunicati fatti pervenire ieri alle redazioni Ansa di Torino, Roma e Bologna. Tre fogli scritti al computer, due dedicati alla «risoluzione politica» e uno alla «risoluzione strategica» con l'ordine di eseguire «immediatamente» gli omicidi, su cui ora indagano la Digos e la procura del capoluogo piemontese. Fra i bersagli Stefano Esposito, senatore torinese del Pd già oggetto di minacce e intimidazioni per le sue posizioni favorevoli al supertreno, e che ha incassato ieri un applauso di solidarietà dai colleghi di Palazzo Madama. Ci sono poi il capo della Digos di Torino Giuseppe Petronzi, e Massimo Matteucci e Maurizio Bufalini, dirigenti di due imprese al lavoro nei cantieri Tav. «Deliri criminali», dice il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: «Sulla brutta piega che ha preso l'opposizione No Tav sarebbe ora che tutti uscissero dall'ambiguità».
Il testo, con i suoi accenni a «tribunali rivoluzionari», «coscienze proletarie» e «governi di padroni», sembra una caricatura dei comunicati delle Brigate Rosse. Ma viene preso sul serio dagli inquirenti. Perché dagli ambienti antagonisti e anarchici arrivano, secondo gli investigatori, segnali che confermano la svolta violenta. La sigla Noa non è nota in Piemonte e si cerca di capire se sia comparsa altrove.
«In Valsusa esiste ormai una consapevolezza rivoluzionaria», è scritto nel comunicato, che promette una risposta forte all'incarcerazione per terrorismo di quattro No Tav: «Il tempo della lotta pacifica, fatta di scritte e manifestazioni, è superato». Il Movimento No Tav prende con forza le distanze: «Respingiamo al mittente, vale a dire al governo e ai poteri forti, queste operazioni di delegittimazione vecchie di quarant'anni». E trovano sospette le minacce proprio alla vigilia della mobilitazione No Tav di sabato, con cortei e presidi dalla Valsusa alla Sicilia.
STRUMENTALIZZAZIONI. Polemici anche i familiari degli arrestati, che parlano di «tentativo di strumentalizzazione». Proprio ieri gli avvocati hanno lanciato un appello pubblico contro il carcere duro cui sono sottoposti i quattro. Interviene anche il M5s, vicino ai No Tav ma criticato dai Noa per lo «spettacolo comico» dei suoi parlamentari: «Queste minacce», spiega la deputata Laura Castelli, «fanno parte di una intossicazione informativa creata ad hoc».

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