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Inter, Roma, Juve Chievo, perché «solo» con le big?

IL PUNTO. Il pari di domenica ripropone un interrogativo pressante. Grande con le grandi, più... piccolo con le squadre che lottano per la salvezza. Un rebus da risolvere per Pioli, al quale mancano 3 punti, rispetto a Di Carlo
«Allora, mi ascolti?» sembra dire Pioli a Constant, che ogni tanto s’innamora un po’ troppo della palla
«Allora, mi ascolti?» sembra dire Pioli a Constant, che ogni tanto s’innamora un po’ troppo della palla
«Allora, mi ascolti?» sembra dire Pioli a Constant, che ogni tanto s’innamora un po’ troppo della palla
«Allora, mi ascolti?» sembra dire Pioli a Constant, che ogni tanto s’innamora un po’ troppo della palla

Grande con le grandi. Il Chievo ha fatto arrossire anche la Signora, chiudendo il 2010 in gloria. Il pari con la Juve vale una vittoria. I ragazzi di Stefano Pioli erano alla ricerca di riscatto. La prova offerta contro i bianconeri riconsegna al campionato l'immagine più bella di una squadra senza fine. Del resto, serviva una risposta nel momento più delicato dell'anno. Chiudere questa prima parte di stagione con tre sconfitte di fila avrebbe, probabilmente, fatto arricciare il naso anche a Luca Campedelli. Ma il punto di speranza raccolto a spese di Gigi Delneri vale molto, moltissimo. Pioli, durante la sosta potrà ricaricare le pile alla squadra, cercando di eliminare gli errori di percorso che in più di un'occasione non hanno permesso al Chievo di prendere definitivamente il volo.
L'IMPRESA E' SERVITA. Avesse giocato solo con le grandi, oggi il Chievo potrebbe occupare una posizione di classifica ancora più scintillante. I numeri parlano chiaro. Ma è soprattutto l'atteggiamento della squadra a regalare sorrisi. Il Chievo ha battuto l'Inter il primo Napoli di stagione, ed è riuscito poi a tenere a bada Roma e Juventus. Tre indizi fanno una prova? Allora qui c'è davvero da stare tranquilli. Va detto anche che contro Lazio e Milan sono arrivate due sconfitte. Mai, però, in maniera netta. E a San Siro contro i rossoneri, Pellissier e compagni erano rimasti in partita fino all'ultimo secondo. Poi, però...
LA STRANA METAMORFOSI. Poi, però, il Chievo ha cambiato pelle spesso e volentieri contro le dirette concorrenti nella corsa alla salvezza. Dati alla mano, l'undici della Diga ha battuto in casa soltanto Catania e Cesena (i romagnoli sconfitti all'ultimo grazie a Thereau), ed è uscito sconfitto dai confronti con Bologna, Lecce e Brescia. Senza dimenticare i pareggi non certo esaltanti contro Cagliari e Bari. Risulta difficile spiegare questa mutazione da parte dei ragazzi di Pioli. Non ancora sbocciati del tutto. Ma capaci, di certo, di esaltarsi quando si tratta di mettere la museruola ai grandi campioni. Come se la squadra non fosse ancora consapevole dei suoi mezzi.
LA VERITA' STA NEL MEZZO. Si chiude un anno carico, anche, di soddisfazioni. E il Chievo conclude la prima parte di stagione in decima posizione. Giusto a metà del guado. Sono 21 i punti conquistati. Ne mancano 19 per poter riconfermarsi in A. E adesso per migliorare il bottino la squadra di Pioli avrà a disposizione altre due gare contro Udinese e Palermo, prima di arrivare al giro di boa. Nel confronto con l'ultimo Chievo di Mimmo Di Carlo, la squadra di oggi accusa un leggero ritardo. Il 20 dicembre 2009, infatti, i ragazzi di Mimmo avevano chiuso l'anno solare con 24 punti all'attivo. Esattamente tre in più del Chievo di Pioli. Poi, però, alla ripresa del torneo contro Inter e Roma sarebbero arrivate due sconfitte. Mentre oggi Pelobomber e compagnia possono ancora raccogliere punti pesanti e chiudere, potenzialmente, il girone d'andata a quota 27. Finisse davvero così, la salvezza sarebbe davvero in tasca.
LE ULTIME PAROLE. Di corsa, felici, contenti. Nel dopogara di Chievo-Juve i protagonisti dell'impresa vivevano di pura esaltazione. Lorenzo Squizzi, ex juventino, ha sostituito Stefano Sorrentino a metà ripresa, collezionando così il suo primo gettone stagionale. Grazie alla sua uscita 'calibrata', Krasic non è riuscito ad infilare in rete la palla che avrebbe chiuso definitivamente la partita. "Il punto ci regala un felice Natale. Volevamo chiudere nel miglior modo possibile questa prima parte di stagione, per poter trascorrere in tranquillità la sosta. Credo che una volta di più il Chievo abbia dimostrato di essere squadra di personalità. Personalmente, sono contento per l'esordio in campionato, ma anche perché l'infortunio capitato a Sorrentino non sembra essere nulla di grave". Andrea Mantovani ha avuto invece, l'ingrato compito di tenere a bada la furia russa Krasic. "Penso di essermela cavata bene. Ho fatto quello che dovevo fare, e i miei compagni hanno fatto il resto. Il gol di Pellissier premia la squadra per lo sforzo prodotto fino al termine dell'incontro. Volevamo risollevarci. E ne è venuta fuori una grande prestazione. Ora la sosta". Per ricaricare le pile. E non a caso Pioli aveva detto: "Abbiamo speso tanto, mentalmente siamo stanchi. La sosta ci servirà per ricaricarci e ripartire". Prossimo obiettivo: l'Udinese. Una 'quasi' grande per la qualità dei giocatori. Ma il Chievo dovrà fare finta di niente e pensare di avere di fronte ancora la Juve.

Simone Antolini

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