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Il tifoso pestato chiede i danni ai poliziotti

DOMENICA DI VIOLENZA. Iniziato il processo per l'episodio accaduto nel dopo partita di Hellas-Brescia del 2005 che causò l'invalidità al 100 per cento a un ultrà ospite. Chiamato in causa anche il ministro Maroni: sarà ascoltato il suo legale. Sul banco degli imputati otto agenti della «Celere»

 Paolo Scaroni in una foto scattata prima degli incidenti
Paolo Scaroni in una foto scattata prima degli incidenti

 Paolo Scaroni in una foto scattata prima degli incidenti
Paolo Scaroni in una foto scattata prima degli incidenti

Verona. Ci sarà anche il legale del ministero dell'Interno nell'udienza del 23 settembre. Anche il dicastero con il suo responsabile Maroni dovrà rispondere in qualità di responsabile civile di quei calci e manganellate alla testa che hanno stravolto per sempre la vita del tifoso del Brescia, Paolo Scaroni, 34 anni, il 24 settembre 2005 dopo la partita tra l'Hellas e le Rondinelle.
Il giovane ha riportato lesioni talmente gravi che ora è invalido al cento per cento. Sul banco degli imputati ci sono, in realtà, sette poliziotti ma nei fascicoli mancherebbero prove e filmati in grado di chiarire le loro eventuali responsabilità nel dibattimento.
Gli agenti Luca Iodice, 35 anni, Antonio Tota di 39, Massimo Coppola, 39 anni, Michele Granieri di 30 anni, Bartolomeo Nemolato, 31 anni, Ivano Pangione 40 anni e Vladimiro Rulli di 44, del reparto celere di Bologna sono accusati di lesioni gravissime e aggravate dal numero di persone e dall'uso di armi e sostanze corrosive. Il 23 settembre si aggiungerà anche l'ottavo imputato, altro agente della celere di Bologna. Per questioni procedurali non è stato unito nel fascicolo a carico degli altri colleghi.
Ieri c'è stata un'altra tappa di un processo che stenta a partire anche se sono già trascorsi sei anni dai fatti. Il dibattimento è durato mezz'ora. In aula solo i difensori dei poliziotti tra i quali l'avvocato Carmen Anna Cilento de Hauteville Calabria e l'avvocato del tifoso del Brescia, Alessandro Mainardi, sostituita dalla collega Francesca Staurenghi. Non c'erano gli imputati e nemmeno il tifoso del Brescia, vittima dell'aggressione.
In quei trenta minuti, si sono celebrate così le prime contese tra parti civili e difensori degli imputati. Alla fine, il tribunale, presieduto dal Marzio Bruno Guidorizzi, ha accolto la partecipazione di Scaroni al processo così come ha accettato la richiesta di far presenziare nel processo in qualità di responsabile civile, il ministro dell'interno.
E proprio il dicastero rischia di essere l'unico a pagare per quel pestaggio del giovane, avvenuto nella stazione di Porta Nuova. Il 24 settembre 2005, Scaroni concluse il suo dopo partita con il buio di un coma lungo alcune settimane a causa dei colpi inferti dai poliziotti negli scontri.
La storia di questo processo sembra, comunque, stregata. Dal giorno della sua apertura ha già subito due richieste di archiviazione, rigettate dal giudice fino al rinvio a giudizio del settembre 2010. Ci sono state, inoltre, problematiche procedurali con l'inserimento dell'ultimo poliziotto coinvolto dall'accusa solo sul finire della fase preliminare. Il processo entrerà nel vivo solo in settembre. G.CH.

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