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Il progetto Campone s'allarga fino ai bastioni

di Manuela Trevisani
PATRIMONIO. Regione, Provincia e Comune non eserciteranno la prelazione sull'ex carcere
La questione passa ai privati che dovranno riqualificare tutta l'area Previsti uffici, un ampio parcheggio sotterraneo e un ponte pedonale
L'ex carcere del Campone in via del Fante FOTO MARCHIORI
L'ex carcere del Campone in via del Fante FOTO MARCHIORI
L'ex carcere del Campone in via del Fante FOTO MARCHIORI
L'ex carcere del Campone in via del Fante FOTO MARCHIORI

L'ingranaggio che per anni ha tenuto fermo l'ex carcere del Campone di via del Fante sembra essersi sbloccato. Dopo la decisione del Comune di non esercitare il diritto di prelazione sulla propria quota, infatti, Regione e Provincia stanno facendo altrettanto. La giunta di Palazzo Balbi lo ha deliberato il 12 giugno, disimpegnando così la cifra di 9,56 milioni di euro. E nei giorni scorsi è toccato alla Provincia: la giunta si è già espressa favorevolmente ed è in attesa che si pronunci il consiglio. Ma la strada sembra segnata e ora la palla passa ai privati, a cui spetta la riqualificazione di un'area molto ampia: si parla, infatti, di 15mila metri quadri coperti più 8.800 scoperti. Una vicenda che, tra cause giudiziarie e ricorsi al Tar, si trascina da anni: nel 2007, infatti, i tre enti avevano deciso di esercitare il proprio diritto di prelazione sull'immobile di via del Fante per mantenerlo in mani pubbliche con l'intenzione di farlo diventare sede di una nuova Corte d'Appello. Anche alla luce delle riforme attuate dal governo Monti in tema di centralizzazione dei tribunali, quest'ipotesi è però ormai definitivamente tramontata. Il Campone sta per tornare, dunque, interamente nella disponibilità della Santoni Costruzioni, l'impresa trentina che aveva acquistato il complesso dalla società Fratelli Magnoni, che a sua volta l'aveva acquisito attraverso un bando di gara dalla Patrimonio dello Stato spa (società voluta dall'ex ministro Tremonti per alienare i beni dello Stato ritenuti inservibili). Quale futuro attende, dunque, l'ex carcere? «Cercheremo di trovare un punto in comune tra gli interessi del privato e del pubblico, confrontandoci con l'amministrazione sulle possibili soluzioni», commenta Alessandro Tapparini, rappresentante legale della Santoni Costruzioni. «Abbiamo già elaborato un progetto, che prevede uffici e un capiente parcheggio interrato: il numero di posti auto dipenderà, però, anche dalla viabilità circostante e da quanto ci si potrà spingere nel sottosuolo. Ci sono già degli studi geologici in atto, portati avanti da un team di esperti». Dopo anni di controversie giudiziarie, l'impresa trentina ricomincia a sognare, e in grande. «Tra le idee che ci piacerebbe sviluppare c'è anche la riqualificazione dei giardini Raggio di Sole», conclude Tapparini. «Stiamo progettando un ponte pedonale sopraelevato che, passando sopra la circonvallazione, permetta di evitare il disagio dell'attraversamento e colleghi il tribunale e il Campone con i giardini, creando un vero e proprio parco urbano». L'assessore comunale all'Urbanistica Vito Giacino preferisce andarci cauto. «L'amministrazione auspica che il progetto di riqualificazione arrivi quanto prima», commenta Giacino. «A quel punto valuteremo le opere compensative: abbiamo sempre detto, infatti, che una parte del complesso sarà destinata al pubblico, anche perché si tratta di un sito strategico, vicino al tribunale e al centro». L'assessore fissa alcuni punti: «Il progetto dovrà tenere conto dei vincoli della Sovrintendenza ed essere portato avanti in tempi rapidi. Per quanto riguarda i parcheggi, è necessario innanzitutto uno studio viabilistico, perché si tratta di una zona molto trafficata; non va dimenticato, inoltre, che ci sono giù alcune concessioni in essere con altre società».

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