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SAN BONIFACIO.

Il primo pc del mondo era in soffitta

Il tecnico Polo ha ritrovato uno dei dieci esemplari esistenti del personal computer «Perottina» P 101 «Ora voglio rimetterla a nuovo e farla funzionare»
La «Perottina» della Olivetti con Fabio Polo, il tecnico informatico che l'ha «scoperta» ad Asti
La «Perottina» della Olivetti con Fabio Polo, il tecnico informatico che l'ha «scoperta» ad Asti
La «Perottina» della Olivetti con Fabio Polo, il tecnico informatico che l'ha «scoperta» ad Asti
La «Perottina» della Olivetti con Fabio Polo, il tecnico informatico che l'ha «scoperta» ad Asti

Forse non tutti sanno che il primo personal computer del mondo, che ormai troneggia su tutte le scrivanie del pianeta, è nato in Italia, realizzato dalla Olivetti nel 1964.
Di quel primo apparecchio, chiamato Programma 101 e soprannominato Perottina (dal nome del tecnico della Olivetti, l'ingegnere Pier Giorgio Perotto che lo creò), sono funzionanti al mondo nemmeno dieci esemplari.
Uno di questi preziosi e ormai introvabili apparecchi si trova a San Bonifacio. Lo ha scovato in una soffitta di Asti un appassionato collezionista, Fabio Polo, il consulente informatico che nel 1987 aprì il primo negozio specializzato di personal computer della zona sambonifacese. «Apparteneva», rivela Polo, «a un anziano ingegnere recentemente scomparso».
Entusiasta dell'acquisto, ora lancia un appello a quanti, appassionati collezionisti come lui, vogliano contribuire a renderla nuovamente operativa.
«Questo esemplare», spiega Polo, «ha la particolarità di essere tra le poche unità prodotte per il mercato italiano: è completo di ogni componente interno, mantenutosi fortunatamente integro in tutti questi anni, tanto da far prevedere la possibilità di un restauro perfetto, andando così ad aggiungersi ai dieci P 101 unici al mondo ancora efficienti. Un collezionista americano mi ha già spedito una copia degli schemi e del manuale tecnico di riparazione che Olivetti forniva ai centri di assistenza Underwood statunitensi. Il mio auspicio è quello di trovare altri appassionati di elettronica e di meccanica, per ripristinare ogni funzionalità e poterla rimettere operativa in tempo per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno, che scade nel 2015».
La storia della Perottina, divenuta oggetto cult degli informatici, è appassionante, soprattutto perchè rappresenta una delle classiche occasioni mancate dal capitalismo italiano. Dice infatti Polo: «Il Programma 101 è considerato il primo personal computer al mondo, essendo stato presentato al pubblico per la prima volta nel 1965 alla Fiera di New York, ben 11 anni prima della comparsa del più noto e pubblicizzato Apple I. Mai prima di allora si era visto qualcosa con la stessa potenza di calcolo sopra un tavolino: dotato di tastiera, programmabile attraverso schede magnetiche, inventate per l'occasione, e capace di stampare i risultati elaborando dati a 15 decimali; il tutto su una singola macchina dal peso di 30 chili. Se poi si aggiunge il fatto che è esposta al MoMa (Museum of Modern Art) di New York per il suo design, studiato dall'architetto Mario Bellini, si capisce subito che si tratta di un connubio di tecnica ed estetica, raggiunto prima solo da qualche autovettura d'epoca».
Polo prosegue la storia: «Solo gli americani ne comprarono 40mila, pari al 90% della produzione totale, quasi esclusivamente per essere impiegate nella Difesa, in particolare per i calcoli balistici (era il periodo della Guerra Fredda); la stessa Nasa ne utilizzava 100 per il calcolo delle traiettorie e delle orbite nelle missioni spaziali Apollo. Contro gli enormi cervelli elettronici, del costo di 30mila dollari, la Perottina costava 3.200 dollari: un business economico non indifferente per un'azienda italiana». Polo ricorda poi che all'interno della fabbrica stessa, dove era prevista anche la formazione professionale, molti dei tecnici venivano selezionati dagli istituti tecnici veneti: il più famoso è stato Federico Faggin, diplomatosi al Rossi di Vicenza e che diventerà successivamente l'inventore del microprocessore in America; e poi Gastone Garziera di Vicenza e Giovanni De Sandre di Belluno che sono, assieme a Perotto, i tre progettisti della P101. «La Perottina», conclude l'informatico, «rappresenta un treno perso, tutto quello che l'Italia poteva fare ma che per scelte politiche non è stato fatto: potevamo essere i primi della classe, fare dell'informatica la punta di diamante della nostra economia; un'attività che non necessita di risorse particolari se non di una infrastruttura di comunicazione che oggi ci vede più arretrati di molti Paesi del terzo mondo. Nelle nostre vallate, ad esempio», denuncia Polo, «la banda larga via cavo non è disponibile e purtroppo i politici italiani non hanno ancora capito che oggi la connettività internet ha la stessa importanza strategica di una infrastruttura autostradale».
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Gianni Bertagnin

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