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PERSONAGGI

Il giro del mondo
di un ragazzo cieco

Alessandro: «Ho capito che il cervello è uno strumento potentissimo e può influenzare la realtà»
Alessandro Bordini
Alessandro Bordini
Alessandro Bordini
Alessandro Bordini

L'uomo è buono. È da questo assunto che ha preso il via il progetto di Alessandro Bordini, ventottenne di Nogara, che dieci mesi fa ha iniziato il giro del mondo.
Un'impresa oltre il limite, perché Alessandro non vede nulla, è cieco: grande appassionato di paracadutismo, quattro anni fa è rimasto vittima di un grave incidente in fase di atterraggio e ha perso completamente la vista. Dopo un anno dentro e fuori dagli ospedali, però ha deciso di rimettersi in gioco.
Ha frequentato un seminario sulle facoltà del cervello, che ha cambiato la sua prospettiva.
«Ho capito che il cervello è uno strumento potentissimo e che, utilizzandolo, possiamo influenzare la realtà che ci circonda», ha raccontato ieri Alessandro sul palco di TedxVerona.
«L'emozione più grande l'ho avuta la prima volta che sono uscito di casa e ho percorso 300 metri da solo: ho capito che potevo davvero farlo ed è stato bellissimo». Un giorno, per caso, si ritrova ad andare a Ravenna e riesce a raggiungere la meta da solo, senza chiedere aiuto al servizio di assistenza di Trenitalia. «È stato un turbinio di pensieri e di emozioni: è stato allora che ho capito che potevo girare senza dover pianificare tutti i miei movimenti, solo facendomi aiutare dalla gente che incontravo».
E così Alessandro inizia a studiare il proprio progetto: un viaggio per dimostrare a tutti che le persone sono più disponibili ad aiutare il prossimo di quanto si possa pensare. Il 2 aprile 2013 è partito per Parigi: poi è andato in Spagna, a Barcellona e Madrid, poi è sceso sempre più a sud, verso il Marocco e ha attraversato tutta l'Africa utilizzando autobus e taxi condivisi. In settembre è tornato per un matrimonio, e poi è ripartito di nuovo alla volta dell'Asia e dell'Oceano Pacifico: Singapore, Australia, Nuova Zelanda, Vietnam, Laos, Filippine, Thailandia. E all'inizio di marzo si dirigerà verso la Russia.
Il tutto con lo zaino in spalla e, in mano, il suo inseparabile bastone. «Il momento più difficile l'ho superato da poco: sono in viaggio da 8-9 mesi e ogni tanto mi manca la quotidianità», ha spiegato ieri Alessandro. «Poi mi sono reso conto che il percorso non mi trasmetteva più emozioni, perché stavo facendo troppi voli in aereo e il gusto del viaggio non c'era più».
Il ventottenne, che riporta tutto fedelmente sul suo blog, ha incontrato sulla sua strada molti nuovi amici.
«L'aiuto che chiedo è minimo, come informazioni su strade o autobus», ha concluso Alessandro.
«Ma spesso si trovano persone dal grande cuore, disposte a dare molto di più: a ospitarti e ad assisterti anche per lunghi tragitti».M.TR.

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