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LE TAPPE.

Il corvo, le dimissioni, l'arresto

La lettera anonima consegnata in Comune è del maggio 2013, ma poi sono arrivati i riscontri

Vito Giacino, avvocato, enfant prodige della politica cittadina, ha iniziato la sua attività politica nei giovani di Forza Italia. Fa parte del primo governo Tosi e già nella prima Giunta ricopriva l'incarico all'Urbanistica. Concluso il primo mandato, guida la fuoriuscita di alcuni esponenti del Pdl nella Lista Tosi. Viene eletto alle amministrative del 2012 con 4.128 preferenze e a soli 41 anni ritorna nella seconda Giunta del sindaco Flavio Tosi questa volta con cariche più pesanti: vicesindaco con deleghe all'urbanistica, all'edilizia privata e all'edilizia economico-popolare.
•I GUAI per il vicesindaco cominciano alla fine del maggio 2013, quando uno scritto anonimo che lo prende pesantemente di mira viene distribuito da un ignoto «corvo» nelle cassette postali dei capigruppo di minoranza in municipio. Nella lettera vengono elencate, con date e circostanze, alcune ditte che sarebbero state indotte a servirsi delle consulenze dell'avvocato Alessandra Lodi, moglie di Giacino. In questo modo avrebbero avuto un'accelerazione per le pratiche comunali. Il «corvo» si sofferma anche sui lavori di ristrutturazione dell'appartamento del vicesindaco.
I capigruppo del Pd Michele Bertucco e del Movimento 5 stelle Gianni Benciolini consegnano lo scritto anonimo in Procura, trasformandolo in esposto.
•LUNEDÌ 28 OTTOBRE, su disposizione del pm Beatrice Zanotti, la polizia perquisisce l'ufficio del vicesindaco a Palazzo Barbieri. Gli agenti visitano anche la sua abitazione e lo studio legale condiviso con la moglie. In quella circostanza entrambi ricevono l'informazione di garanzia. Le ipotesi di reato contestate sono la corruzione e la «nuova concussione». Giacino respinge tutte le accuse e si dice pronto a fornire le prove dei pagamenti delle fatture per i lavori di ristrutturazione dalla sua casa.
•VENERDÌ 15 NOVEMBRE l'ultimo atto, con le dimissioni «irrevocabili». La lettera, datata 14 novembre, Giacino l'aveva consegnata a Tosi al termine del Consiglio comunale che aveva dato via libera alla nuova struttura commerciale davanti alla Fiera.
•LUNEDÌ 17 FEBBRAIO 2014. Ieri il colpo di scena: alle 8 l'ex vicesindaco viene arrestato nella sua casa e condotto in carcere a Montorio con l'accusa di corruzione. Da quanto trapela, si tratterebbe di una vicenda completamente diversa da quella che aveva portato alle dimissioni in novembre e riguarderebbe i rapporti con un imprenditore edile, indagato. Custodia cautelare ma ai domiciliari per la moglie di Giacino, l'avvocato Alessandra Lodi. Giacino non fa più parte della Giunta Tosi, il suo posto è stato preso da Casali, ma la notizia del suo arresto fa ugualmente l'effetto di una bomba in città. Il procuratore capo Mario Giulio Schinaia assicura che non si tratta di inchieste partite da anonimi, ma che ci sono riscontri precisi. E che «siamo all'inizio».

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