<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
PREMIER INCARICATO. Due ore al Colle.

Governo Renzi: sabato la squadra, lunedì la fiducia

Napolitano vorrebbe la riconferma di Saccomanni Oggi l'incontro di maggioranza sul programma Sabato la lista dei ministri, domenica il giuramento
Assediato dalla stampa: Renzi a piedi e senza scorta a  Montecitorio
Assediato dalla stampa: Renzi a piedi e senza scorta a Montecitorio
Assediato dalla stampa: Renzi a piedi e senza scorta a  Montecitorio
Assediato dalla stampa: Renzi a piedi e senza scorta a Montecitorio

ROMA. Matteo Renzi è quasi pronto: al termine delle consultazioni con i partiti, vede le condizioni «per fare un ottimo lavoro». Ora il premier incaricato si prende due giorni di tempo per sciogliere gli ultimi nodi sul programma ma soprattutto sulla squadra, Tesoro in primis, con l'obiettivo di sciogliere la riserva sabato e di avere la fiducia delle Camere da lunedì. La seconda ed ultima giornata di consultazioni «toste», come ammette lo stesso Renzi, si chiude in serata con il confronto con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Un lungo colloquio (più di due ore) per sciogliere gli ultimi nodi: il capo dello Stato ha voluto sapere punto per punto il programma che Renzi intende presentare in Parlamento e non ha fatto mistero di voler conoscere le famose rose di nomi per i ministeri più delicati a partire da quello dell'Economia. Napolitano si è speso per una riconferma di Saccomanni ma non ha fatto resistenza quando Renzi gli ha snocciolato altri nomi, come quello di Franco Bernabè, Guido Tabellini e soprattutto Pier Carlo Padoan. Il premier incaricato vorrebbe  nominare a via XX Settembre un «politico» (ha fatto il nome di Graziano Delrio) ma ha mostrato di comprendere le preoccupazioni che vengono dalla Bce, dall'Europa e dalla Bankitali, per una sorta di continuità rispetto agli ultimi due governo, Monti e Letta. Sugli altri dicasteri «sensibili» come gli Interni (dove sarà riconfermato Angelino Alfano che però perderà l'incarico di vicepremier), la Giustizia (sale il nome di Livia Pomodoro ma torna in pista quello di Michele Vietti e spunta quello di Andrea Orlando) e la Difesa (Roberta Pinotti con Mario Mauro spostato agli Affari Regionali) la soluzione non è stata ancora trovata nel dettaglio anche se le difficoltà non sembrano insormontabili.  Il nodo rimane quello del Tesoro. Argomento che, nonostante le smentite, è stato affrontato anche nell'incontro che Renzi ha avuto con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Anche Visco, come Draghi qualche giorno fa e Napolitano ieri sera, avrebbe chiesto la riconferma di Saccomanni; ma soprattutto il governatore ha insistito sul rispetto dei vincoli Ue del 3%. Impegno confermato da Renzi ma che comunque, ha detto il premier incaricato, in qualche modo andrà pure affrontato.
Chiuse le consultazioni con la riconferma del patto con Berlusconi sulle riforme, a cominciare dalla nuova legge elettorale, patto che secondo alcuni rumors parlamentari potrebbe spingere il Cavaliere a valutare la possibilità di far arrivare al nuovo governo qualche voto in più al Senato in caso di difficoltà, Renzi occuperà la giornata di oggi e quella di domani al programma e alla squadra.
Al premier incaricato toccherà tirare le fila di un lavoro sul quale in questi giorni sono impegnati i fedelissimi Graziano Del Rio e Lorenzo Guerini. A oggi è stato rinviato anche il vertice di maggioranza sulla piattaforma dei primi 100 giorni, chiesto martedì sera da Angelino Alfano. E al quale Renzi non parteciperà perchè «allergico» alle riunioni dei partiti. D'altra parte, nonostante qualche nervosismo tra i parlamentari Ncd, il segretario Pd ed il leader Ncd, in contatto quotidiano, avrebbero di fatto chiuso l'intesa che prevede anche la riconferma dei tre ministri alfaniani: Lorenzin alla Sanità, Lupi che verrebbe spostato dalle Infrastrutture e Alfano che resterà al Viminale.

Suggerimenti