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Gardaland: «Down? Noi corretti»
Intanto emerge un nuovo caso

Dopo il caso di una bimba down di otto anni, il padre di una donna di 36 anni, affetta dalla stessa sindrome, a denunciare il mancato accesso a due attrazioni del parco. Ma la direzione replica: l’ingresso alle singole attrazioni di Gardaland «è subordinato al rispetto di alcune limitazioni, variabili in funzione della tipologia di attrazione e delle misure di sicurezza
Gardaland
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Verona. Dopo il caso di una bimba down di otto anni, è il padre di una donna di 36 anni, affetta dalla stessa sindrome, a denunciare il mancato accesso a due attrazioni del parco di Gardaland.
Ilario Braga, veronese, responsabile sicurezza in pensione delle Ferrovie dello Stato, sostiene di essere sempre salito con la figlia sui trenini del parco, ma di essersi visto opporre un doppio rifiuto - prima sull’Ortobruco e poi sulla monorotaia - in occasione dell’ultima visita, effettuata giovedì scorso.

Dopo il secondo no, racconta Braga, «ci hanno fatto scendere da una scala secondaria. Le persone che erano in fila ci guardavano con gli occhi sbarrati».

Amaro il commento dell’uomo: «Non pretendo che la mia ragazza faccia le montagne russe», dice. «Ma perché non può andare su un trenino dove salgono i bambini, spesso accompagnati anche dai loro nonni ottantenni?».
Braga dice di non voler soldi «né risarcimenti» ma solo «che siano sanzionati questi comportamenti».

I responsabili del parco replicano dicendo che l’accesso alle singole attrazioni di Gardaland «è subordinato al rispetto di alcune limitazioni, variabili in funzione della tipologia di attrazione e delle misure di sicurezza disposte dal costruttore, vincolanti in base a età, altezza o disabilità».

Gardaland, si sostiene, «è da sempre attento ai diritti dei suoi ospiti disabili; lo testimoniano tutte le iniziative adottate per rendere sempre più agevole la loro visita».
Al parco dicono anche che «fa espressamente parte del training del personale di Gardaland una sezione dedicata all’attenzione nei confronti degli ospiti disabili».

«Probabilmente», ipotizza la nota di Gardaland, «il signor Aceto non ha fatto presente alle casse la disabilità della figlia. Se lo avesse fatto sarebbe stato indirizzato all’entrata del Castello dove la bambina avrebbe avuto diritto all’ingresso gratuito al parco e dove avrebbe ricevuto l’opuscolo con tutte le informazioni necessarie».

La monorotaia, si dice, «è pur sempre un trenino sopraelevato che viaggia a cinque metri d’altezza, per questo la sua fruizione non è consentita a tutti, in particolar modo non si rende adatta a quegli ospiti che potrebbero manifestare vertigini, panico, o reazioni incontrollate».

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