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«Gardaland, a rischio anche gli stagionali»

CASTELNUOVO. Il parlamentare Fogliardi aggiunge preoccupazioni dopo il mancato accordo tra proprietà e sindacati che ha portato ad attivare 65 licenziamenti
Raptor, una delle ultime attrazioni del parco di Gardaland, preoccupazione per i tagli al personale
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Raptor, una delle ultime attrazioni del parco di Gardaland, preoccupazione per i tagli al personale
Raptor, una delle ultime attrazioni del parco di Gardaland, preoccupazione per i tagli al personale

È un orizzonte tutt'altro che sereno quello che pare affacciarsi su Gardaland. Dopo la notizia, di venerdì, del mancato accordo tra l'azienda e i sindacati che apre la strada alla mobilità di 65 dei 234 dipendenti che andavano a formare il quadro permanente della struttura, arriva come una doccia fredda l'ipotesi che anche le assunzioni stagionali quest'anno potrebbero subire una drastica riduzione. «Questa almeno è la voce che mi è giunta da più parti e che rende ancora più preoccupante il quadro della situazione», dice Giampaolo Fogliardi, parlamentare del Partito democratico che ha recentemente aderito ai Democratici Popolari a sostegno dell'Agenda Monti. Fogliardi, già sindaco di Castelnuovo del Garda, parla di una vicenda che origina «non solo preoccupazione ma anche un vero dolore». «È triste veder compiere questo passo che mette in ombra i tanti successi di questa bellissima realtà che negli anni è cresciuta insieme al territorio», afferma. «Come dico», prosegue Fogliardi, «la cosa che preoccupa ancor di più è questa voce informale che annuncia 250 assunzioni in meno tra gli stagionali. Se ciò fosse vero, la ricaduta in termini occupazionali per l'intera area del basso Garda sarebbe pesantissima. Gardaland è storicamente stata un vero e proprio polmone da questo punto di vista, divenuto ancora più importante e strategico dopo la straordinaria crisi del manifatturiero che ha colpito la nostra zona». Su tutta questa storia, lamenta il parlamentare, c'è il posto vuoto della politica, «lasciata fuori da questa sorta di tavolo. E invece quando si discute di temi e progetti che interessano così da vicino la quotidianità di tante persone e famiglie la politica non può e non deve essere lasciata in disparte». Fogliardi è diretto: «Non siamo in presenza di una gelateria, con tutto il rispetto per queste attività, che chiude; ma della più grossa azienda del turismo che abbiamo in Italia e la politica doveva essere interpellata, cosa che peraltro avevo chiesto. A questo punto un'iniziativa va comunque presa. Plaudo alla disponibilità del Comune di Peschiera, che ha messo a disposizione 30 mila euro da utilizzare per corsi di formazione che possano agevolare il reinserimento lavorativo dei suoi residenti che dovessero essere oggetto di licenziamento». «L'auspicio», sottolinea il parlamentare uscente del Pd, «è che anche gli altri Comuni maggiormente coinvolti si attivino per dar vita ad un tavolo che metta a confronto tutte le realtà interessate per cercare di capire in concreto quali sono le programmazioni e le prospettive future di Gardaland. Anche perché quanto sta accadendo non può passare solo come una normale situazione legata alla crisi economica: la crisi c'è ed è evidente per tutti, ciò non di meno non ho visto campeggi o altre strutture fare allontanamenti di questo genere». E sulla vicenda Gardaland interviene anche Renzo Franceschini, sindaco di Lazise, il terzo Comune, con Castelnuovo del Garda e Peschiera del Garda, maggiormente interessato dal punto di vista occupazionale alle ripercussioni legate ai tagli al personale messi in atto dal Parco divertimenti più importante d'Italia. «Il quadro generale é critico e colpisce tutte le imprese. Fatta questa premessa», afferma Franceschini, «registro con rammarico sia questa difficoltà che la scelta fatta da Gardaland, nel merito della quale preferisco non entrare perché ogni realtà deve fare i conti con il proprio assetto imprenditoriale. Penso altresì che questa azienda così importante avrebbe forse potuto dimostrarsi più disponibile nei confronti di percorsi alternativi e tenere quindi maggiormente in considerazione lo sforzo e l'impegno della Provincia di Verona, in particolare l'assessore al Lavoro Fausto Sachetto. Ciò che rende ancora più cupa la prospettiva è che purtroppo questa è una crisi di sistema e non di settore». «Per questo motivo diventa sempre più urgente un intervento centrale da parte di uno Stato che dovrebbe dimostrarsi capace di mettere in moto i meccanismi indispensabili a tutelare e incentivare le attività e le imprese: a cominciare dall'eliminazione degli sprechi e dal recupero dell'erogazione del credito». «È un anno e mezzo che noi tutti italiani stiamo facendo sacrifici enormi per pagare i debiti delle banche che poi ci ringraziano», conclude Franceschini, «con lazzaronate come quelle delle recenti cronache del Monte Paschi di Siena e senza preoccuparsi, invece, di rispettare la loro funzione principale che è quella di sostenere l'economia erogando il credito in modo corretto».

Giuditta Bolognesi

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