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SANITÀ E REGOLE

Foto di pazienti su Twitter, infuria la polemica

C'è chi attacca il medico con una campagna virtuale. Ma sul web nasce un movimento di difesa. Il caso anche in Parlamento
Tweet di Comandante Diavolo
Tweet di Comandante Diavolo
Tweet di Comandante Diavolo
Tweet di Comandante Diavolo

Il Comandante Diavolo non esiste più. Cancellato ieri verso mezzogiorno l'account Twitter finito nel mirino dell'azienda ospedaliera per alcuni tweet che raccontavano la vita di un pronto soccorso. Con anamnesi e foto scattate all'interno del reparto. «Un fatto gravissimo, increscioso», l'aveva definito il direttore generale Francesco Cobello, che ha inviato un esposto alla Procura e avviato un'indagine interna.

 

ADDIO COMANDANTE. Il Comandante (l'indirizzo era @frankytrash) in tarda mattinata ha lanciato i suoi ultimi due cinguetii: «Comandante Diavolo sparisce come desideravate. Festeggiate», «Per chi ha letto, partecipato amato Frankytrash è una grande sconfitta. Per me è schifo vero». Poco dopo l'account è sparito, con tutti i suoi «cinguettii» e quasi 2.000 fra foto e video.

HASHTAG E POLEMICHE. Non tutti riguardavano la vita del pronto soccorso. Quelli finiti al centro della bufera sono i tweet accompagnati dall'hashtag (ovvero il titolo-argomento) #dialogicadaps. Un'etichetta lanciata proprio dal Comandante, e diventata molto popolare sul social network. Foto di anamnesi (cioè la trascrizione dei racconti dei pazienti che arrivano per farsi medicare) particolarmente assurde e foto parziali dei pazienti stessi: in nessun caso si poteva risalire all'identità. L'obiettivo sembrava quello di raccontare la vita quotidiana di un pronto soccorso, ma anche gli sprechi di denaro pubblico provocati da chi arriva in ospedale senza un valido motivo. Violazione della privacy o no? Un gruppo di utenti di twitter era convinto di sì, e aveva dato il via a una violenta campagna virtuale contro il Comandante Diavolo. Alla quale si sono accompagnate le segnalazioni sotto forma di mail inviate all'azienda ospedaliera. Da qui l'indagine e l'esposto. Ha violato il codice di comportamento dei dipendenti? Ci sono reati ravvisabili? L'azienda potrebbe anche decidere da subito una sospensione cautelativa.

CHI C'È DIETRO? A meno che non ci siano stati furti di identità, il Comandante è un medico che lavora a Borgo Roma. Una persona che appare stravagante, ironica, sempre al limite del politicamente corretto. «Nessuna critica mi leverà la convinzione di far bene il mio lavoro», scriveva dopo le prima critiche arrivate sul web. «Un medico capace, che ha una grande cura per il malato» fa sapere chi ha ci ha e ci ha avuto a che fare. Nessun commento dai vertici del reparto: della vicenda se ne occupa esclusivamente la direzione generale.

IL CASO IN PARLAMENTO. La vicenda fa discutere, dopo che ieri L'Arena l'ha resa nota. E arriva in Parlamento. Il senatore dell'Udc Antonio de Poli parla di «fatto estremamente grave che lede il diritto alla privacy in tema di salute e pone una questione sulle maggiori protezioni necessarie per la tutela della riservatezza». E annuncia un'interrogazione parlamentare per chiedere al Governo come fermare episodi analoghi.

NESSUNO TOCCHI FRANKY. Ma se sul web qualcuno esulta per la cancellazione dell'account, diversi utenti prendono le difese del medico. Compare così il nuovo hashtag #nessunotocchifranky. «Perché #dialogicadaps era un capolavoro che non violava la privacy di nessuno, e ci mostrava la cruda realtà di un pronto soccorso», scrive Pasquale. Mentre c'è chi risponde ai critici: «Siete rimasti solo voi giustizieri. Mettendovi tutti assieme, non avete metà della sua umanità». Aggiunge Marco: «Vi ha scandalizzato perché fa sarcasmo pubblicando storie anonime di imbecilli che rubano tempo e denaro ai contribuenti». Una raccolta di storie che però ora può mettere nei guai il Comandante. Perché dagli hashtag si rischia di passare alle carte bollate.

Riccardo Verzè

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