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VERONAFIERE.

Vinitaly si rafforza in Cina con Grazia e il portale Vinehoo

Intesa con l'edizione cinese del gruppo Mondadori e il sito specializzato. Iniziativa mirata al pubblico femminile che indirizza molte scelte d'acquisto
La homepage del portale cinese dedicato al vino Vinehoo
La homepage del portale cinese dedicato al vino Vinehoo
La homepage del portale cinese dedicato al vino Vinehoo
La homepage del portale cinese dedicato al vino Vinehoo

Vinitaly International rafforza la presenza in Cina, uno dei mercati più promettenti al mondo e dove il made in Italy anche del vino è molto apprezzato. E lo fa strizzando l'occhio al pubblico femminile del Paese asiatico lanciando un accordo a tre con l'edizione cinese del settimanale italiano «Grazia» del gruppo Mondadori e il sito internet Vinehoo, il più innnovativo del settore delle vendite on line di vino.
Un accordo che guarda con attenzione alle donne perché, spiega Giovanni Mantovani direttore generale di Veronafiere proprietaria del marchio Vinitaly, «in Cina fanno molta opinione anche nel mondo del vino e indirizzano le scelte d'acquisto in molte occasioni». L'operazione consiste in un concorso attorno al mondo del vino, italiano ovviamente, che decollerà a breve sul portale Vinehoo e sulla rivista e il suo sito internet Grazia.cn che conta oltre 10 milioni di visitatori unici, oltre a un milione di di iscritti a WeChat e oltre 800 mila followers su Weibo (il Facebook cinese). L'operazione mediatica passerà attraverso Vinitaly Wine Club, il portale di vendita on line di vini italiani di Vinitaly.
IL FUORISALONE DI CHENGDU. L'accordo arriva alla vigilia del ritorno ufficiale di Vinitaly in Cina con il Fuorisalone di Chengdu che si terrà dal 25 al 28 marzo nella capitale della provincia del Sichuan, importante cento economico e tra le città più popolose del Paese.
«Si tratta di un impegno economicamente importante su un grande mercato che è destinato a crescere ancora», spiega Mantovani che lavorato all'intesa in più viaggi a Shanghai. «Abbiamo impiegato molto tempo a valutate e selezionare i partner dell'operazione».
«Gli incontri del 2013 con Fabrizio Lo Cicero presidente Mondadori Cina, sono stati fondamentali per raggiungere questo risultato», spiega Mantovani. «Ci alleiamo con Grazia, che in Cina è un marchio forte per la promozione della moda e dello stile di vita italiano. A queste eccellenze del nostro Paese, che i cinesi sanno riconoscere, abbiniamo il vino italiano, prodotto che invece non è ancora apprezzato come lo è nel resto del mondo».
Il settimanale «Grazia» in Cina è conosciuta come «Hong Show» (spettacolo rosso), è diventata un punto di riferimento per quanto riguarda il campo della moda femminile e nel corso dell'ultimo anno ha visto sulle sue copertine le modelle cinesi più in voga.
Per l'adesione di Vinehoo è stata importante la visita del suo fondatore e amministratore delegato Huang Shaohe all'edizione dello scorso anno di Vinitaly a Verona. «Il vino italiano rappresenta il 30% delle nostre vendite (in Cina l'Italia è invece ferma al 6% del mercato dei vini d'importazione)», dice Huang di Vinehoo. «Non abbiamo dubbi che la sua quota sia destinata a crescere da qui a tre anni».
LEADER NELL'ONLINE. Due partner di grande rilevo in Cina soprattutto nell'online con Vinehoo che conta oltre 10 mila follower sull'applicazione più in voga del momento, WeChat, e 70 mila fans su Weibo. Sono loro che organizzano il concorso più importante in campo enoico, il China Wine List of the Year Awards. Chi vuole avere visibilità in Cina, soprattutto se organizza eventi a Shanghai, non può fare a meno di loro.
Nonostante il rallentamento dei mesi scorsi, a causa di precedenti eccessi di acquisti dei trader cinesi, «l'export italiano continua a crescere», aggiunge Mantovani, «soprattutto nell'imbottigliato».
Il ritorno atteso dall'accordo cinese? «Il lancio di Vinitaly Wine Club in Cina», risponde il direttore generale di Veronafiere, «oltre che a creare una relazione stabile e fondamentale con due strutture che operano direttamente in Cina con struttura operativa e giuridica cinese»
Potrebbero esserci sviluppi societari? «Per ora si tratta solo di una partenership», dice mantovani, «ma nulla è escluso per il futuro».
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Lucio Bussi

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