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Un «competence center»
ciu sarà anche in Veneto

Per i Competence center, cioè i centri di eccellenza per il trasferimento tecnologico tra atenei e mondo dell’impresa su cui il Governo vuole concentrare le risorse, «partiremo con i politecnici, Sant’Anna, le università venete messe insieme, Bologna e la Federico II di Napoli». È l’annuncio del ministro Calenda che ieri ha da una parte allargato il cuore alle istituzioni venete che temevano un’esclusione e dall’altra ha spazzato via le polemiche in cui era piombato il dibattito. Calenda ha accolto quindi quell’appello che era stato lanciato con forza da Confindustria Vicenza-Padova-Treviso, dai rettori degli atenei, da Unioncamere, dal governatore Luca Zaia e altri.

Ha sorriso in platea Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto, che era stato il primo a lanciare l’appello al Governo e aveva indicato Padova come capofila per il sistema: «La costituzione di un Competence center in Veneto è una vittoria di sistema: dello spirito di squadra delle università, sostenute da imprese, professioni e lavoro, e dalla politica». Calenda, spiega Zuccato (che invita Renzi e ministro in Veneto), ha evidenziato lo sforzo collettivo del Veneto nel perseguire il risultato. «La scelta del Governo è il giusto riconoscimento nei confronti della tradizione industriale del Veneto e soprattutto della sua capacità di essere oggi un laboratorio all’avanguardia del nuovo manifatturiero. Grazie alla presenza di un Competence center, e al dialogo col mondo della ricerca, le nostre aziende potranno aumentare la competitività, attuando investimenti in digitale, automazione, innovazione applicata. Il Digital innovation hub rafforzerà inoltre il cammino di innovazione e competizione».

Il governatore Luca Zaia si augura che ora si passi ai fatti: «Si apre un nuovo corso in un settore nel quale le Università venete sono state storicamente penalizzate. Assicuro fin d’ora la massima collaborazione in ogni passaggio». Rosario Rizzuto, rettore dell’Università di Padova: «Sono molto felice che il progetto che vede l’Università di Padova come capofila sia stato accettato. Viene riconosciuto il valore della ricerca di base, del polo di ingegneria e in generale di tutti gli ambiti del nostro ateneo».

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