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Start up innovative in crescita
A Verona il 17,4% del Veneto

Continuano a crescere le startup innovative in Italia, quelle imprese nate per produrre, sviluppare, commercializzare servizi o prodotti innovativi ad alto tasso di tecnologia. Ad oggi ne risultano iscritte nell'apposito registro, istituito dal Governo nel 2012, 6.298, delle quali 484, il 7,7% in Veneto, dove la crescita è stata del 25,8% rispetto alla fine del 2015. Un incremento superiore a quello medio nazionale che, stando ai dati del Registro delle Imprese di Infocamere, si è fermato al 21,2%, ed è stato trainato da Padova, dove hanno sede 120 startup, il 24,8% del totale regionale: merito della presenza di facoltà universitarie più predisposte alla creazione di spin off. Segue Treviso, con 105 nuove imprese innovative, pari al 21,7% di quelle presenti in Veneto. E poi c’è Verona, che registra valori più bassi restando ferma a 84 startup innovative, ossia il 17,4% del totale. Non molto in realtà. Ma il potenziale è alto.

Servono le idee, ma è necessario anche un tessuto economico adatto, in grado di accoglierle facilitandone lo sviluppo. «E da questo punto di vista a Verona l’attenzione è alta: gli imprenditori hanno capito che l’innovazione è la chiave di volta per essere competitivi sul mercato internazionale», spiega Bruno Giordano, delegato di Confindustria Verona per l’innovazione e le startup.

Proprio l’associazione industriale da tre anni organizza Impresa per Impresa, che permette ai nuovi progetti imprenditoriali di crescere e svilupparsi e alle aziende già strutturate di trarre nuova linfa (c’è tempo fino al 15 ottobre per candidare i progetti). «Attraverso iniziative come questa», sottolinea Giordano, «vogliamo promuovere una cultura dell’innovazione sul territorio, intercettando quelle imprese che possono inserirsi e far crescere il tessuto economico locale. Mi piace parlare di contaminazione...». Grazie anche a iniziative come questa, Giordano è convinto che il trend sarà di continua crescita. A un patto, sottolinea: che ci siano team con competenze specifiche, in grado di partire dall’idea giusta, realizzare il prodotto, promuoverlo nel modo corretto e far durare l’impresa. Tutte conoscenze che possono contribuire a ridurre quel tasso di mortalità delle startup che, in Italia, è del 70%. E poi bisogna concentrarsi sul settore giusto, «e dal mio punto di vista il futuro è dell’Internet of things, l’Internet delle cose», spiega, «che entro pochi anni toccherà tutti richiedendo competenze trasversali, hardware, software, tecnologie meccaniche ed elettroniche, fino alla sensoristica».

Competenze che le nuove generazioni hanno ben sviluppate: non a caso, dando uno sguardo alle startup innovative del Veneto, emerge che sono in prevalenza giovani imprese che nell’ultimo anno hanno impiegato prevalentemente fino a quattro addetti (81,4%), operano nei servizi (67,5%) e hanno un valore della produzione che per il 62% non supera i 100mila euro. A livello di governance, il 12,8% delle start-up venete ha una compagine societaria a prevalenza femminile, mentre quelle gestite da under 35 rappresentano oltre un quinto (20,7%) del totale.

Francesca Lorandi

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