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Silvano Pedrollo: «Qualità prima di tutto
ecco come si cresce sui mercati
Orgoglioso del progetto di solidarietà»

Silvano Pedrollo riceve il premio dal presidente Mattarella
Silvano Pedrollo riceve il premio dal presidente Mattarella
Silvano Pedrollo riceve il premio dal presidente Mattarella
Silvano Pedrollo riceve il premio dal presidente Mattarella

Presidente Pedrollo, il «Leonardo Qualità 2015 per l’export» premia aziende italiane eccellenti come la sua: solo 7 imprenditori sono stati selezionati per il prestigioso riconoscimento. Se lo aspettava?

E’ davvero un onore essere tra i pochi ad avere questa responsabilità: portare alto nel mondo il nome del Made in Italy è un compito da un lato faticoso, perché fare impresa oggi non è semplice, dall’altro però, a fronte di ritorni come questi, è un nuovo stimolo a continuare. La Pedrollo esporta in 160 Paesi l’85-90% di quanto produce, il giro d’affari si svolge quindi per la quasi totalità oltre confine: ecco, sapere che tutto questo avviene seguendo un solo comandamento che è quello della qualità, significa che la qualità appunto poi premia. Chi la sacrifica vendendo per buono ciò che buono non è, alla fine non fa il bene né del proprio business né del Made in Italy.

Mattarella e la presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini hanno elogiato il ruolo della Pedrollo anche in campo solidale. Anche questa è “qualità“.

Sì, qualità sociale la chiamerei, e mi riempie di soddisfazione tanto quanto quella d’impresa. Il Capo dello Stato ha accennato al progetto Acqua che stiamo portando avanti da anni nel Terzo Mondo, quasi ringraziandoci: per me, un’altra grande gioia.

E’ possibile quindi accompagnare all’attività imprenditoriale anche l’impegno sul versante etico, sul rispetto per l’uomo e sullo sviluppo sostenibile?

Credo che la solidarietà concreta sia la strada obbligata per chi fa impresa: da qui nascono le nostre iniziative per la cultura, l’istruzione, l’ambiente e per la salute nei paesi in via di sviluppo. Con il Progetto Acqua ricordato dal presidente Mattarella, la Pedrollo ha portato in Africa 1200 pozzi in grado di dissetare più di due milioni di persone.

Qualità è sinonimo anche di innovazione?

Certo, sì, vanno di pari passo e sono da sempre mission dell’azienda. Vorrei sottolineare che, se riusciamo a garantirle entrambe, è merito dell’impegno di tutti i dipendenti. Il Leonardo ricevuto oggi al Quirinale lo dedico a loro, a tutti i miei collaboratori oltre che alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli: insieme, siamo arrivati fin qui e insieme continueremo a crescere

Un’altra conferma, ingegnere Pedrollo, di tutela del «Made in Italy» da parte vostra è questa: vendete quasi totalmente all’estero eppure avete scelto di mantenere la produzione a San Bonifacio. Il sistema italiano non vi ha spinto a delocalizzare. Anche questa è “qualità“ secondo la sua visione?

L’azienda è nata qui, è cresciuta qui, si è sviluppata nella provincia veronese arrivando ad avere sette filiali dirette nel mondo con 458 addetti. Con le cinque aziende che fanno capo alla casa-madre il gruppo conta oggi in totale 650 persone. E’ una realtà importante non sempre facile da portare avanti ma siamo radicati sul territorio e anche questo, sono convinto, è un modo per difendere il Made in Italy, facendolo qua e poi da qua portandolo fuori. Anche il ministro Guidi ha avuto modo di dirci, oggi, che siamo un esempio e la testimonianza che, nonostante le mille difficoltà, in Italia si può fare e si può fare bene.

Crede sia possibile anche per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, presidente Pedrollo? Possono “ fare“ anche loro senza scappar via?

Credo che i ragazzi di oggi siano più preparati di quanto lo fossimo noi ma che, come contropartita, debbano essere più pazienti: l’impegno è fondamentale e spesso non è subito premiato. Il percorso è lungo ma i risultati, se le idee sono vincenti, arrivano. C.F.

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