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«Rischio paralisi, sterilizzare l’Iva su acquisti di carburante»

Carlotta Caponi
Carlotta Caponi
Carlotta Caponi
Carlotta Caponi

«Alla luce di quanto sta emergendo circa il possibile futuro contingentamento delle forniture del carburante, abbiamo chiesto al Governo di attivarsi perché la mancanza di gasolio rischierebbe di paralizzare il Paese». Carlotta Caponi, segretario generale di Fai Conftrasporto-Confcommercio mette in luce un grande pericolo per l’autotrasporto italiano e per la distribuzione di beni di ogni genere alla rete commerciale nazionale. Un pericolo che si fa sempre più tangibile a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina, delle sanzioni occidentali alla Russia e quindi della minor disponibilità di petrolio e derivati per il trasporto. L’esponente di Fai ha anche chiesto, nell’ambito dell’audizione alla Camera che si è tenuta dopo quella al Senato, una rapida messa a fuoco delle tematiche che comporranno il «tavolo delle regole». «Riteniamo fondamentale, fra i temi, la possibilità di sterilizzare l’Iva sugli acquisti di carburante per i prossimi sei mesi, l'evidenziazione del prezzo del gasolio in fattura e l'esigibilità della clausola gasolio (fuel surcharge) su contratti scritti e verbali per evitare che i rincari vengano scaricati sulle imprese del trasporto e, a seguire, sui cittadini in generale», elenca Caponi. Il Governo, secondo Fai, dovrà chiudere rapidamente su questi nodi per evitare la crisi irreversibile del comparto. «Il tavolo ministeriale delle regole serve soprattutto ad aggiornare i prezzi dei trasporti alla luce dei continui rincari, dovuti all’impennata dei carburanti. Oramai, per il gasolio con cui si muovono i nostri mezzi, si paga 1,85 euro che diventeranno presto 2 a litro. Abbiamo subito un aumento di 10 centesimi da un giorno all’altro. Se i maggiori costi non vengono riconosciuti dai committenti siamo destinati ad andare fuori mercato», avverte Alessio Sorio, segretario provinciale Fai e componente del consiglio nazionale. «Ogni giorno da Verona ricevo le telefonate dei colleghi che non riescono più a lavorare, perché non reggono i costi, stritolati dagli aumenti e dalla committenza, che non riconosce le maggiorazioni sul servizio, soprattutto se prestato da micro e piccole imprese», aggiunge, ricordando che in provincia le aziende iscritte all’albo trasportatori sono circa 2.400, il 70% di medie dimensioni, con un parco mezzi variabile da 400 tir ad un solo camion. «Le aziende nostre clienti, per assurdo hanno assorbito incrementi stellari del trasporto marittimo, più che triplicati per un container, ma non ci vengono incontro per trasportare la merce all’ultimo miglio, dal porto a destinazione. Su un tragitto da 3-400 euro ci contestano i 50 euro in più che chiediamo a fronte del balzo dei carburanti che oramai rappresentano il 40% del costo azienda», afferma Sorio. Solo un decreto ministeriale che recepisce i prezzi può limitare i danni. «Diversamente molte imprese chiuderanno. Un pericolo per la distribuzione in un Paese che affida il 70% delle consegne al trasporto su gomma», conclude. Sul tavolo delle regole e sugli interventi da attuare anche Unatras, Unione nazionale delle associazioni del Trasporto merci, prende posizione. Dopo il Dl Energia che a fine febbraio ha stanziato 84 milioni per compensare parzialmente l’impennata dei costi di gestione delle imprese di autotrasporto, si attendono iniziative sul versante normativo. I provvedimenti economici, evidenzia Unatras, non bastano: è urgente prevedere una misura emergenziale per contrastare la dinamica ancora al rialzo, che sta rendendo impossibile continuare a svolgere l'attività di autotrasporto merci. Le associazioni nazionali dell’autotrasporto hanno chiarito al ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibile gli ambiti di intervento necessari. Ora tocca all’Esecutivo dare risposte.•. Va.Za.

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