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Pomodoro da industria Rese e qualità buone

Agroalimentare Pomodori destinati alla trasformazione industriale
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Agroalimentare Pomodori destinati alla trasformazione industriale
Agroalimentare Pomodori destinati alla trasformazione industriale

Pomodoro da industria: la campagna 2022, nel Veronese, si è chiusa nettamente in positivo. Nonostante la siccità, infatti, la produzione è risultata buona, con rese superiori alla media e qualità elevata. «I dati parlano chiaro, sono stati sostanzialmente centrati gli obiettivi che erano stati prestabiliti a primavera, pur a fronte dei problemi idrici e dell’aumento dei costi di produzione», spiega Tiberio Rabboni, che è a capo dell’Organizzazione interprofessionale Pomodoro da industria del Nord Italia. Una realtà che raggruppa circa 2.000 produttori agricoli e 25 stabilimenti di trasformazione. Rabboni spiega che quest’anno le superfici coltivate in Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia sono state pari a 37.204 ettari, di cui l’11% con tecnica di produzione biologica ed il restante 89% osservando i disciplinari di produzione integrata. Il 5% delle aree vocate si trova in Veneto e sono, per la stragrande maggioranza, concentrate nel Veronese, che conta 1.112 ettari. In totale la Oi ha trasformato 2.890.000 tonnellate di materia prima e la campagna, che è iniziata il 14 luglio e si è conclusa la scorsa settimana, si è svolta con regolarità, ad eccezione della settimana dal 15 al 21 agosto, che ha visto un rallentamento della lavorazione, a causa delle piogge. Si parla di una resa di 77,9 tonnellate per ettaro, superiore alle medie quinquennali, del 73,1. Poche, poi, le patologie riscontrate, fatto che ha consentito una produzione di buona qualità, con un livello di zuccheri e dati di scarto migliori della media ed un buon risultato in colore. Tutti questi fattori hanno permesso di raggiungere gli obiettivi che la parte agricola e la parte industriale si erano prefissati, arrivando con le consegne a superare il 95% delle quote di materia prima che erano state contrattate in primavera. La definizione in anticipo di un prezzo di riferimento, che è stato tenuto saldo per tutto il periodo di raccolta, ha consentito di affrontare la campagna, pur connotata da fattori produttivi con prezzi molto instabili ed in generale elevati, in condizione di stabilità e relativa tranquillità. «Hanno funzionato sia la programmazione delle superfici che il nuovo servizio di previsione delle consegne settimanali adottato quest’anno», afferma Rabboni, secondo il quale «ora è fondamentale realizzare tutti gli interventi decisi, previsti e finanziati con i fondi del Pnrr, nazionali e regionali, per accrescere la disponibilità irrigua e la raccolta delle acque».•. Lu.Fi.

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