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L’INTERVISTA

Pnrr, Acque Veronesi porta a casa 23 milioni

Roberto Mantovanelli
Roberto Mantovanelli
Roberto Mantovanelli
Roberto Mantovanelli

Più di 23 milioni a tutela dell’acqua scaligera, realizzando nuove infrastrutture senza pesare sulle bollette dei cittadini già gravate dagli aumenti degli ultimi mesi. Un successo amministrativo di grande valore per il nostro territorio grazie all’assegnazione da parte del ministero delle Infrastrutture di 23,4 milioni di euro ad un progetto di Acque Veronesi nell'ambito del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza a cui anche il nostro quotidiano sta dando molto spazio e che sarà fondamentale per il futuro del Paese. Si tratta di un'opera strategica per il sistema acquedottistico della nostra provincia, tanto da portare il ministero ad identificarlo come «progetto bandiera». A raccontare questo traguardo è il presidente dell’azienda scaligera Roberto Mantovanelli che, tra le altre, è anche componente della giunta esecutiva di Utilitalia, l’associazione nazionale che riunisce le società che si occupano di acqua, energia e rifiuti.

 

Presidente Mantovanelli, quali sono le opportunità del Pnrr per una società pubblica come Acque Veronesi?

Ci può dare la possibilità di realizzare investimenti strutturali importanti nel breve-medio termine con il duplice obiettivo di rilanciare l’economia locale e potenziarne le infrastrutture. Poiché le opere nel settore dell’idrico si finanziano con la tariffa, in questo delicato momento storico è motivo di particolare soddisfazione poter realizzare strutture che generano valore per il territorio senza pesare sulle bollette dei veronesi.

 

In cosa consiste il progetto?

Si tratta della nuova dorsale idrica Belfiore-Verona Est, lunga 17,5 chilometri, che collegherà i due più grandi sistemi acquedottistici del territorio, opera di fondamentale importanza per garantire in futuro la continuità di approvvigionamento idrico. Un significativo avanzamento di quanto previsto dal MO.S.A.V, il Modello Strutturale degli Acquedotti della Regione Veneto. Con il decreto 517 del 16 dicembre 2021, pubblicato poi a gennaio, il ministero ha ufficializzato i progetti finanziati per chiamata diretta. Possiamo dire con soddisfazione che Acque Veronesi è il primo gestore del Veneto e uno dei primi in Italia ad accedere ai fondi del Piano.

 

Quando nasce questo progetto premiato dal Ministero?

Avevamo già previsto questa infrastruttura ad inizio 2020, in occasione dell’aggiornamento del nostro Piano delle Opere Strategiche, uno strumento che ci consente di pianificare secondo una prospettiva organica e di lungo periodo. Questa visione strutturale e d’insieme, unitamente alla capacità di mettere a terra investimenti in tempi rapidi, sono state portate all’attenzione dei rappresentanti veronesi nella Commissione Ambiente alla Camera, le onorevoli Rotta e Valbusa, durante un incontro sul tema che abbiamo organizzato a Verona nel dicembre 2020 con tutti i gestori idrici del Veneto. Successivamente, nella primavera 2021, appena rese disponibili le missioni del Piano, abbiamo definito le prime schede di progetto, tra cui quella selezionata e oggetto del finanziamento. Oltre un anno di lavoro di squadra meticoloso e continuo che oggi porta i suoi frutti, grazie anche al coordinamento portato avanti con la Regione, ma soprattutto col viceministro leghista Alessandro Morelli, per tramite dei parlamentari veronesi della Lega. Oltre al fondamentale lavoro dei nostri tecnici, che comunque non finisce qui...

 

Significa che ci sono altri progetti che potrebbero rientrare nei finanziamenti del Pnrr?

Sì, stiamo lavorando alla predisposizione di tutta la documentazione necessaria per partecipare a due bandi di gara riguardanti altri temi rilevanti e strategici: il primo, promosso sempre dal ministero delle Infrastrutture, per la digitalizzazione delle reti idriche, con l’obiettivo di efficientare i consumi energetici, ridurre le perdite e migliorare il servizio agli utenti. Il secondo, promosso invece dal ministero della Transizione ecologica, relativo a investimenti in tema di economia circolare, per il quale proporremo nuovi progetti per l’essiccamento dei fanghi, che consentirebbero di ridurre una delle principali voci di costo del servizio di depurazione. Sul Pnrr ci sono state diverse polemiche, qual è il segreto dell’aver ottenuto tra i primi questi fondi? Questa assegnazione si basava sulla strategicità dei progetti e sulla solidità del soggetto proponente, ma è stata fondamentale la capacità di farci trovare pronti. Quindi la mia ricetta è: persone capaci, lavoro di squadra e pianificazione.

 

Detta così sembra facile…

Penso da sempre che nelle società pubbliche sia fondamentale avere figure competenti e predisposte a lavorare per obiettivi. Queste aziende dovranno saper essere sempre più attrattive per i nostri giovani talenti. E quando c’è il merito è giusto riconoscerlo. Il lavoro di squadra va fatto in azienda e fuori, avendo la capacità di dialogare con le istituzioni a tutti i livelli. In questo senso il tempo impiegato in associazioni collegate, è un buon investimento, perché permette di avere la giusta visione. La pianificazione, infine, per me personalmente è anche una deformazione professionale. Nel caso specifico era indispensabile partire velocemente, individuando subito le priorità su cui concentrare le energie. Purtroppo spesso capita il contrario: vince la logica del breve termine e le urgenze quotidiane prendono il sopravvento.

 

Quindi chi non è partito per tempo ha definitivamente perso questo treno?

Non penso, certamente non sarà semplice ma il Piano è molto articolato e i finanziamenti sono ingenti, parliamo complessivamente di oltre 200 miliardi di euro per l’Italia. Le tempistiche possono essere diverse, noi stessi su altri progetti abbiamo iniziato a lavorare solo da qualche mese anche perché non tutti i bandi sono ancora definiti. Oltre ad una visione prospettica, però, serve massima chiarezza su ruoli e responsabilità all’interno delle organizzazioni per utilizzare al meglio il tempo rimasto.

Luca Mazzara

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