<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Monte del Frà premiata e punta alla Valpolicella

Famiglia Bonomo  Tre generazioni dell’azienda Monte del Frà
Famiglia Bonomo Tre generazioni dell’azienda Monte del Frà
Famiglia Bonomo  Tre generazioni dell’azienda Monte del Frà
Famiglia Bonomo Tre generazioni dell’azienda Monte del Frà

Due i vini veronesi (assieme ad altri 22 italiani) nel gotha dei top 100 vini migliori al mondo selezionati quest’anno da Wine Spectator: l’Amarone della Valpolicella classico Docg Marne 180 del 2017 di Tedeschi, quotato con 93 punti in 56esima; e il Custoza Superiore Ca’ del Magro Doc 2019, con 90 punti in 59esima posizione. Ca’ del Magro Custoza Superiore 2019 è il vino più rappresentativo della storia aziendale di Monte del Frà, l’azienda di Custoza, fondata nel 1958 da Massimo Bonomo: questo vino nasce da un antico vigneto di oltre cinquant'anni collocato su una collina di origine morenica con terreno calcareo, argilloso, ghiaioso e resta l’emblema del territorio. I vitigni che lo compongono sono Garganega, Trebbiano Toscano, Cortese e lncrocio Manzoni, allevati a Guyot. Incoronato il Custoza «Ca’ del Magro incarna il dialogo tra le due generazioni che lo hanno progettato e fatto conoscere nel mondo», racconta Marica Bonomo, terza generazione. Insieme a lei, i cugini Silvia e Massimo affiancano oggi nella gestione dell’azienda Eligio e Claudio, figli del fondatore. L’azienda produce a oggi un milione e mezzo di bottiglie con uve autoctone provenienti da 137 ettari di proprietà e oltre 80 in affitto, tutti dislocati sulle colline del veronese, gestiti secondo i principi della sostenibilità ambientale e certificati Sqnpi e RRR. Il 65% della produzione va all’estero, in oltre 60 paesi, il 35% in Italia nel canale Horeca, con un 2% in Gdo in Veneto. Il 60% dei vini prodotti sono bianchi, Custoza e Lugana in primis, ma Monte del Frà spazia anche nel Chiaretto e nella produzione di vini della Valpolicella classica. L’azienda ha cominciato nel 2019 un importante investimento di trasformazione, partendo dall’acquisizione di un immobile a San Pietro in Cariano trasformato in una nuova e moderna cantina per vinificare, appassire e fermentare i vini della Valpolicella. Già a dicembre, inoltre, si conclude la ristrutturazione di un immobile già esistente. «Si tratta di un profondo cambiamento per l’azienda, che diventerà sempre più efficiente nella produzione e sempre più green», sottolinea Marica Bonomo. «Questi cambiamenti includono anche ristrutturazioni per implementare la parte stoccaggio, cantina e barricaia, e potenziare l’accoglienza enoturistica con una costante attenzione all’ambiente, utilizzando celle ipogee per consentire il risparmio energetico, pannelli fotovoltaici e depuratori». Il riconoscimento di Wine Spectator va a coronare dunque un percorso che vede l’azienda muoversi nella direzione di un grande rinnovamento continuando tuttavia a esaltare l’antico legame col territorio e il suo vino più rappresentativo. Già gli anni scorsi Cà del Magro, 80mila bottiglie prodotte, 70% vendute all’estero, nell’annata 2018 era stato segnalato da Forbes come uno dei migliori bianchi dell’anno. •.

Silvia Allegri

Suggerimenti