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Meloni e angurie veronesi, stagione difficile

Frutta Buona la produzione di angurie a Verona, ma consumi ancora bassi
Frutta Buona la produzione di angurie a Verona, ma consumi ancora bassi
Frutta Buona la produzione di angurie a Verona, ma consumi ancora bassi
Frutta Buona la produzione di angurie a Verona, ma consumi ancora bassi

L’annata dei meloni e delle angurie veronesi è partita con il fiatone, a causa dell'andamento meteorologico. I primi accusano una produzione piuttosto scarsa, per le basse temperature di fine maggio, mentre le seconde devono fare i conti con un rallentamento delle vendite dovuto all'attuale clima poco estivo. «Al contrario del 2020, questa è un’annata molto difficile per la frutta veronese», afferma Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Verona. La quale racconta che ciliegie, pesche ed albicocche sono state decimate dalle gelate di aprile e che le temperature di maggio hanno causato un problema di allegagione, con pochi fiori rimasti sulle piante, per quanto riguarda i meloni. «La produzione è medio-scarsa e abbastanza dilazionata, con la raccolta che procede a scaglioni, mentre gli anni scorsi il lavoro era continuativo», aggiunge Aldegheri. E se ora i prezzi sono sui 70 centesimi al chilo, la preoccupazione è che essi calino con i picchi di produzione prossimi. La rappresentante di Confagricoltura spera nell'arrivo del caldo, come forma di sostegno delle vendite sia dei meloni che delle angurie. Per queste ultime, secondo Aldegheri «i quantitativi ci sono, nonostante le gelate di aprile abbiano colpito qualche coltivazione, ma i consumi sono bassi a causa del clima instabile». La superficie coltivata a melone nel 2020 è scesa in Veneto a circa 1.120 ettari (-1%), ma con una crescita degli investimenti in coltura protetta (650 ettari, +4%). Nel Veronese, dove si concentra il 70% della produzione, le superfici coltivate restano invariate a quota 770 ettari. «Certo questa non sarà un'annata da ricordare, visto che verrà raccolta metà del prodotto rispetto al 2020 ed i prezzi non sono soddisfacenti; i produttori veronesi sono però fiduciosi, perché sta venendo meno la concorrenza dal Sud Italia, dove sono già arrivati a fine raccolto, il prodotto mantovano è in ritardo e la Spagna quest’anno non riesce a far breccia sul nostro mercato e perché i consumatori durante l’emergenza Covid hanno iniziato ad apprezzare il nostro prodotto, per qualità e salubrità», dice Andrea Lavagnoli, il presidente di Cia-Agricoltori italiani di Verona.•. Lu.Fi.

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