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Le esportazioni veronesi fanno meglio del 2019 e volano: +10%

Moda Incremento record dell’export per il tessile scaligero: +25% sul 2019
Moda Incremento record dell’export per il tessile scaligero: +25% sul 2019
Moda Incremento record dell’export per il tessile scaligero: +25% sul 2019
Moda Incremento record dell’export per il tessile scaligero: +25% sul 2019

Il made in Verona mette le ali sui mercati esteri nel primo semestre dell’anno. Le esportazioni scaligere non solo recuperano il gap accumulato nel 2020, ma guadagnano un +10,2% sul 2019 (+24,8% sul gennaio-giugno dell’anno scorso), per un valore complessivo delle esportazioni di 6,5 miliardi di euro. L’incremento provinciale sullo stesso periodo pre-covid risulta più che doppio rispetto al dato regionale (+5,0%) e nazionale (+4,1%). Per quanto riguarda i primi 20 Paesi di destinazione, sono ancora lontani dai risultati di due anni fa Stati Uniti, Regno Unito - probabilmente a causa della Brexit – entrambi nella top ten dei partner commerciali delle imprese veronesi e Russia, Romania e Cina nella seconda parte della classifica. Bene gli altri sbocchi. I dati sono Istat, rielaborati dal Servizio Studi e Ricerca della Camera di Commercio di Verona. I diversi settori chiudono tutti in positivo rispetto al 2019 ad eccezione della termomeccanica, ancora in affanno -1,1%. Ma ecco come è andata per tipologia di merci. I macchinari locali, prima voce per valore delle vendite, sfiorano quota 1,2 miliardi: +24,7% sul 2020 e + 4,2% sul 2021. L’agroalimentare corre a 915,7 milioni di euro (+6,6%; +11,1%). Il vino veronese riprende quota dopo un anno un po’ appannato, a 527,3 milioni (+10,2%; + 6,2%). L’ortofrutta sale a 313 milioni di euro (+7,3%; +11,1%). Alimentari ed ortofrutta avevano aumentato la quota di commercializzato oltreconfine anche nell’anno della pandemia. Da record il sistema moda con il tessile-abbigliamento a 690,7 milioni di euro (+39,7% sul 2020 e +25% sul 2019) e con le calzature a 210,1 milioni di euro (+45,3%; +13,3%). Ottima vitalità per il marmo, che aggancia il valore di 202,7 milioni di scambi nei sei mesi (+38,2%; +14,3%). Bene anche i mobili a 49 milioni (+39,8%; + 5%). Unico neo riguarda la termomeccanica a 73,5 milioni, che incrementa le esportazioni rispetto al 2020 (+ 23,3%) ma rimane in campo negativo sul 2019. «Verona dimostra le proprie capacità di recupero – commenta Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio di Verona - e torna ad essere competitiva sul mercato globale. Dai dati sembra che il tunnel in cui era entrato il tessuto produttivo sia lontano. Anche se il sistema artigiano e il mercato interno ancora soffrono. A dare una boccata d’ossigeno a commercio e servizi di accoglienza sono stati i turisti, numerosi quest’estate». Se l’analisi si sposta sui mercati di destinazione, la Germania rimane il principale sbocco delle merci veronesi con 1,1 miliardi esportati (+15,1% su due anni fa), seguita dalla Francia (661,1 milioni, +13,2%) e dalla Svizzera, che con un +123% (418,7 milioni di euro) diventa il terzo mercato per le imprese veronesi. Gli Stati Uniti rimangono in stallo, al quarto posto, con una lieve contrazione del 4,1% a 356 milioni. L’export in Spagna (345mln; +2,8%), Austria (274mln; +21,4%), Belgio (240mln; +68,7%), Polonia (192mln; +26,1%), Paesi Bassi (164mln; + 26,2%) registra crescite più o meno consistenti, per lo più a due cifre. L’unica nota negativa è il forte arretramento (-20,7%) del valore esportato sul mercato britannico, oramai fuori dall’Ue (294mila; -20,7%). A contribuire al risultato, secondo Coldiretti, il crollo delle vendite di prodotti alimentari: -28% per la pasta, -13% per l’olio d’oliva, -16% per la salsa di pomodoro, -7% per vini e spumanti e -9% per i formaggi.•.

Valeria Zanetti

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