Camilla Ferro
Vinitaly ha raggiunto la maturità: con i suoi 30 anni sulle spalle e un pedigree da prima della classe, la fiera del vino si avvia ad affrontare il ventennio dal 1996 a oggi forte di un successo che cresce di edizione in edizione e ne conferma la leadership a livello mondiale. La «giovane signora» sa bene dove guardare per crescere ancora ed arrivare alla mezza età sicura della sua forza: la rassegna è diventata piattaforma che decide regole, usi, costumi, lancia le mode e indica la strada da percorrere a tutti quelli del mestiere.
La sfida - poi vinta-, girata la boa dei 30 anni, è chiara: diventare fiera pandemica, arrivare a far parlare di sé il pianeta, essere la numero uno, ineguagliabile. È del 1998 l’approdo in Medioriente con China Wine, nel 2003 in Usa con Vinitaly Us Tour a Chicago e San Francisco, nel 2004 tocca a Miami, nel 2005 a Boston, Chicago, Los Angeles; a Est, in India, nel 2006 a Mumbay e New Delhi e nel 2004 in Russia.
Gli ultimi 20 anni di Vinitaly vanno ricordati per l’attività frenetica di promozione oltreconfine, anni in cui la fiera raggiunge la massima espanzione e il vino made in Italy targato Verona è diventato davvero un prodotto conosciuto e apprezzato «urbi et orbi».