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Lavoro

«Cercasi sarti, tecnici, green manager»: la cultura cresce a Verona ed è a caccia di professionisti

Il post Covid, la digitalizzazione e la sostenibilità spingono l'industria creativa verso la ricerca di nuove figure
Il Teatro Romano: il cartellone delle attività culturali e degli spettacoli è tornato ai numeri pre-Covid
Il Teatro Romano: il cartellone delle attività culturali e degli spettacoli è tornato ai numeri pre-Covid
Il Teatro Romano: il cartellone delle attività culturali e degli spettacoli è tornato ai numeri pre-Covid
Il Teatro Romano: il cartellone delle attività culturali e degli spettacoli è tornato ai numeri pre-Covid

Una fucina di valore per un territorio che vive di manifatturiero, ma anche di turismo e di offerta di prodotti e servizi per il tempo libero. L'industria culturale e creativa a Verona ha generato 1,56 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2021 (il 5,5% della produzione complessiva), ancora segnato dagli strascichi della pandemia.

Dall'architettura al design, dalla comunicazione alla musica, dai videogiochi all'editoria, dalle arti visive alle produzioni teatrali, passando per gli spettacoli, il settore in provincia occupa oltre 26.300 addetti, come evidenzia il rapporto «Io sono cultura 2022», realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con il Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.

 

La classifica nazionale

Verona è al 14mo posto della classifica nazionale per valore aggiunto prodotto. Meglio in Veneto fanno Padova e Venezia. La regione è ai vertici della classifica nazionale, come risulta dal rapporto, sia per numero di imprese culturali e creative, 22.808, che per numero di occupati, 135.500, il 5,9% del totale.Dell'importanza delle produzioni culturali venete è consapevole Palazzo Balbi, che punta sulla formazione.

A fine dicembre la giunta regionale ha approvato un bando da 3 milioni di euro per rafforzare le competenze del personale che opera nel settore. La presentazione dei progetti da parte di enti accreditati è fissata al prossimo giovedì 16 febbraio.«La scelta di investire sulla cultura è sempre strategica perché dimostra la volontà concreta di sostenere lo sviluppo e la crescita del territorio», afferma Elena Donazzan assessore regionale all'Istruzione, alla formazione a al lavoro.

«A novembre abbiamo incontrato e ci siamo messi in ascolto diretto degli operatori culturali veneti, i quali hanno condiviso la necessità di costruire ecosistemi culturali. Investiremo, quindi, su modelli di collaborazione che consentano di fare rete, prefigurare nuove competenze o profili professionali, preservare le peculiarità dell'offerta culturale dei territori».

 

Fondi per le figure professionali

Il bando rientra tra le iniziative del Piano regionale veneto (Fondo sociale europeo plus 2021-2027) e arriva dopo la stagione del Covid. «Durante la pandemia le imprese culturali e creative sono state tra le più colpite e molti lavoratori e professionisti sono stati costretti a riconvertirsi in altri settori», ricorda Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Cultura.

«Anche per questo la Regione ha ritenuto di sostenere il rafforzamento e l'aggiornamento delle competenze dei professionisti dell'industria culturale». L'investimento nel comparto ha effetto moltiplicatore: per ogni euro speso, si sviluppano ricadute sull'economia per 1,8 euro.

 

Sarte, tecnici e personale di sala: cosa cerca la Fondazione

Non può mancare però un costante investimento sul personale in termini di competenze e numeri. Tra le grandi realtà che hanno patito la carenza di organici durante la scorsa stagione, c'è la Fondazione Arena. «Dopo il Covid, che ha praticamente cancellato la stagione lirica 2020 e limato il cartellone 2021, molte figure come i tecnici di palcoscenico e del suono, sarte, personale di sala, per fare alcuni esempi, hanno scelto altre strade pur di avere continuità lavorativa. L'anno scorso la stagione è stata faticosa proprio perché chi è rimasto al lavoro ha dovuto tamponare queste falle», spiega Mario Lumastro, segretario provinciale di Slc Cgil.

«Per evitare che la situazione si ripeta abbiamo già incontrato la Fondazione, che si è messa in moto per vagliare disponibilità. La stagione 2023 sarà infatti impegnativa, all'insegna delle celebrazioni per i 100 anni del Festival e proporrà un cartellone particolarmente ricco, per opere, titoli e scenografie».

 

Tecnici, manager, assistenti alla regia: cosa cerca il cinema

Anche il segmento del cinema e dell'audiovisivo, che in Veneto conta 17.500 addetti ogni anno fa il punto sulle potenzialità in occasione della Mostra del Cinema di Venezia. Veneto Film Commission, in collaborazione con la direzione Lavoro della Regione, monitora i profili professionali più richiesti. C'è carenza soprattutto in tre ambiti: dei tecnici e maestranze (elettricisti, fonici, attrezzisti); figure manageriali e organizzative (tecnici legali e amministrativi con competenze sulla normativa di settore, come la tax credit) o della produzione e post-produzione (assistenti alla regia, alla produzione).

Emerge poi la necessità di qualificare le competenze dei profili tradizionali (sarti, costumisti, elettricisti, fonici) oltre che di promuovere l'ibridazione delle competenze, come per lo show runner, a cavallo tra sceneggiatura e produzione. Servono inoltre professionalità nell'ambito della sostenibilità: molti set richiedono oramai green manager, in grado di misurare l'impatto ambientale delle produzioni e certificare i prodotti, per arrivare a risultati carbon free entro il 2030. Compito che per ora è in grado di svolgere la Green film, istituita dal vicino Trentino.

 

Dal digitale all'urbanistica

Antonio Scuderi, ceo del veronese Capitale Cultura Group richiama i risultati di una ricerca svolta nel 2020 da Nemo, associazione dei musei Ue, sulle competenze più ricercate: «Servono curatori digitali, creatori di comunità online, digitalizzatori di collezioni, mediatori culturali».

Più in generale, il sistema informativo Excelsior di Unincamere Anpal, Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, evidenzia che da qui al 2026, imprese private e Pubblica amministrazione richiederanno quasi 100mila lavoratori. I più ricercati sono architetti, urbanisti ed esperti del recupero e conservazione del territorio (18.600 ingressi previsti), specialisti in discipline artistico-espressive (17.700), artigiani e operai specializzati dell'artigianato artistico e dello spettacolo (7.600), figure qualificate nei servizi ricreativi e culturali (3.700).

Valeria Zanetti

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