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I formaggi made in Italy in crescita del 13%

Lattiero-caseario Sono tornate a crescere le esportazioni
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I formaggi italiani hanno ripreso a correre sui mercati esteri, come certificano i dati Ismea. Dopo la lieve flessione delle esportazioni nel 2020, il primo semestre dell’anno segna un incremento a doppia cifra, a volume (+11%) e a valore (+13%). A favorire il rimbalzo, sottolinea l’Istituto servizi per il mercato agricolo, sulla base degli ultimi dati del commercio estero Istat, la ripresa dei consumi fuori casa nei principali Paesi clienti e, per quanto riguarda gli Stati Uniti, la rimozione dei dazi, che da ottobre 2019 a febbraio 2021 hanno gravato sui formaggi diretti al mercato a stelle e strisce. L’anno scorso, l’Italia ha venduto oltreconfine 463mila tonnellate di prodotti (+1,7% sul 2019) per un controvalore di 3,1 milioni di euro (-3%), mantenendosi terzo esportatore mondiale, dietro Germania e Paesi Bassi e confermandosi primo fornitore di due destinazioni strategiche come Francia e Usa. Sul mercato domestico, al contrario, prevale la flessione (-4,2% circa) rispetto ai valori record dell’anno passato (+10%): la vendita di formaggi si mantiene comunque al di sopra dei livelli pre-pandemici. La produzione di latte intanto resta sotto stress. La situazione del prezzo alla stalla è insostenibile – denuncia Coldiretti Veneto - gli allevatori sono messi sotto pressione da quotazioni troppo basse a fronte del rincaro delle materie prime e dei foraggi, dal mais alla soia. Le consegne alle industrie di trasformazione nel primo semestre 2021 sono state effettuate per 36,2 euro ad ettolitro più Iva. Per questo c’è molta attesa per il tavolo di filiera convocato dal ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, per il 30 settembre. In Veneto operano 3.500 stalle (su circa 7mila aziende zootecniche) che mungono più di 10 milioni di quintali di latte.•.

Valeria ZanettiValeria Zanetti

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