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Le prime stime dopo il maltempo di giovedì

Grandine, danni per 7 milioni all’uva per produrre l’Amarone

Colpita un’area di circa 600 ettari tra Negrar, Fumane e Marano. Danneggiati i grappoli già raccolti e destinati all’appassimento
Il maltempo di qualche giorno fa lascia pesanti strascichi sulle colture
Il maltempo di qualche giorno fa lascia pesanti strascichi sulle colture
Il maltempo di qualche giorno fa lascia pesanti strascichi sulle colture
Il maltempo di qualche giorno fa lascia pesanti strascichi sulle colture

La violenta grandinata che si è abbattuta giovedì mattina poco dopo le 8 sulla Valpolicella ha causato danni alla produzione vinicola per più di 7 milioni di euro. A fornire le prime stime, per quanto ipotetiche, sulle conseguenze dell’evento atmosferico è Christian Marchesini. Il quale è a capo del Consorzio di tutela Vini Valpolicella, oltre che presidente provinciale e regionale dei viticoltori di Confagricoltura. «La precipitazione», ricorda Marchesini ha riguardato, «seppure a macchia di leopardo, un’area di circa 600 ettari ricompresa nei territori comunali di Negrar, Fumane e Marano». Marchesini inoltre sottolinea che si tratta di uno spazio che rientra tutto nella zona di produzione dei vini della Valpolicella. Anzi, per dirla tutta, esso si trova nel cuore delle aree in cui si realizzano le coltivazioni a denominazione di origine.

Le conseguenze del maltempo sull'Amarone

Secondo quanto sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, le conseguenze della grandinata di fatto interesseranno soltanto la produzione di Amarone. «I problemi», afferma infatti Marchesini, «riguardano solamente l’uva che deve essere messa a riposo per il periodo di appassimento. I grappoli devono essere perfettamente integri, per evitare che si manifesti marciume o che si verifichino altri problemi di conservazione». Le uve che vengono utilizzate per l’Amarone, dopo essere state staccate dalla pianta, vengono lasciate in appassimento per un periodo che va da 60 a 90 giorni nelle cassette, prima di essere spremute. Questo delicato processo, per riuscire, deve essere effettuato appunto utilizzando grappoli integri e di ottima qualità. «Quelli che vengono colpiti dai chicchi di ghiaccio, i quali rompono gli acini, devono essere scartati», precisa Marchesini che stima come la situazione venutasi a creare con la grandinata di giovedì scorso finirà per incidere sul 3% circa della produzione.

«La reale situazione la sapremo con precisione soltanto quando a dicembre saranno completate le pratiche di denuncia delle uve, ma, stando a quanto appare in questo momento, è ipotizzabile che non potranno essere riempite di Amarone circa 500mila bottiglie, sui 15 milioni previsti», rivela il presidente. Secondo il quale «le perdite sono nel complesso contenute, anche se, ovviamente, per chi ha avuto i vigneti più colpiti esse hanno un peso rilevante».

Le previsioni

Secondo i dati che lo stesso consorzio aveva diffuso nei mesi scorsi, nel 2021 si era registrata una produzione complessiva di 73,6 milioni di bottiglie fra Valpolicella, Amarone, Recioto e Valpolicella Ripasso, per un giro d’affari complessivo pari a 600 milioni di euro. Per quest’anno si prevede un’annata contrassegnata da ottima qualità, ma, anche, da un calo di produzione. «Se il maltempo di questa settimana ha costituito un evento negativo, va però detto che le piogge che si sono verificate circa un mese fa hanno avuto degli effetti benefici inaspettati», rivela Marchesini. «Le viti, e con esse l’uva, hanno dovuto affrontare un’estate dal punto di vista climatico non semplice e la siccità ha comportato una diminuzione delle rese, che è dovuta in parte al fatto che le dimensioni degli acini si sono un po’ ridotte ed in parte alla presenza di qualche grappolo in meno sui tralci, ma le piogge di agosto hanno permesso di cambiare la prospettiva», aggiunge precisando che ad oggi, fatti salvi gli effetti della grandinata, si stima un calo della produzione più contenuto di quanto si temeva, pari al 5-6%. Va detto, inoltre, che, per quanto manchi ancora un mese alla conclusione della raccolta, il caldo e, soprattutto, le previsioni di bel tempo stabile per un paio di settimane, offrono segnali molto positivi dal punto di vista della qualità delle uve.

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Luca Fiorin

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