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Fotovoltaico nei campi agricoli «Limitare tutti questi pannelli»

Pannelli solari nei campi
Pannelli solari nei campi
Pannelli solari nei campi
Pannelli solari nei campi

Non sono più solo gli insediamenti abitativi e produttivi o le opere pubbliche a consumare il suolo. Da mesi Coldiretti Veneto è impegnata nella battaglia contro i pannelli solari posizionati nei campi, sottratti all’agricoltura. Se i tetti di case, fabbriche, capannoni non sono sufficienti a produrre abbastanza energia rinnovabile dal sole, la Confederazione agricola chiede alla Regione di individuare siti alternativi come zone marginali e incolte, fabbricati dismessi e cave in disuso. Per questo ha raccolto 24mila firme di cittadini e consumatori, consegnate in consiglio regionale, in calce ad una petizione per chiedere l’approvazione di una legge veneta in grado di frenare gli insediamenti fotovoltaici su aree coltivabili. La petizione è diventata nazionale in occasione del G20 dei giovani a Milano, conclusosi il 23 luglio e presieduto dall’Italia. Sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it e in tutti gli uffici di Coldiretti, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica sarà possibile dare la propria adesione per chiedere alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia, senza dimenticare il ruolo dell’agricoltura e la bellezza dei territori. «Preoccupati per l’emergenza climatica, i giovani colleghi», spiega Alex Vantini delegato provinciale e regionale di Giovani Impresa di Coldiretti, «intendono cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Ma occorre comunque sottolineare che il consumo di suolo agricolo destinato al fotovoltaico a terra minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori». Il coordinamento veneto è stato pioniere dell’iniziativa, avviata contro l’installazione dei pannelli in campagna, nel Comune di Loreo. Soprattutto in Polesine la «corsa alla terra» è proseguita con l’impianto di Occhiobello, che la Regione – denuncia Coldiretti - ha deciso di non sottoporre a Valutazione di impatto ambientale (Via). Mentre nei giorni scorsi, dopo la bocciatura del Comune di Rovigo è arrivato anche il parere negativo della Commissione regionale per la Via al progetto che interessa circa 66 ettari di terreni agricoli nella zona di Boara. Intanto si allunga l’elenco delle richieste agli enti locali per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra: da Loreo a Rovigo, da Occhiobello a Canda, da Casier in provincia di Treviso a Malo, nel Vicentino. Solo i regolamenti restrittivi, adottati da alcuni Comuni, primo tra tutti nel Veronese, Nogarole Rocca, hanno frenato il fenomeno. «Come imprenditori agricoli sentiamo la responsabilità di rivendicare che il suolo appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità energetica va sviluppata in forma integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie aziendale. Sta alle imprese del primario dotarsi di impianti in aree marginali», conclude Vantini. L’Italia, secondo Veronica Barbati, presidente nazionale di Giovani Impresa, «possiede terreni incolti da mettere a valore con il fotovoltaico, anziché utilizzare superfici fertili», conclude. •.

Valeria Zanetti

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