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Fedrigoni, nel premio risultato anche la sicurezza sul lavoro

La sede del Gruppo Fedrigoni in via Fermi in Zai a Verona
La sede del Gruppo Fedrigoni in via Fermi in Zai a Verona
La sede del Gruppo Fedrigoni in via Fermi in Zai a Verona
La sede del Gruppo Fedrigoni in via Fermi in Zai a Verona

Rendere omogeneo il premio unico di risultato per i 2.200 dipendenti dei 12 stabilimenti italiani, interessati dai contratti collettivi nazionali dei comparti carta, cartotecnica e grafico. L’obiettivo è stato raggiunto l’altro ieri, a Verona, con l’accordo tra gruppo Fedrigoni e sindacati, presenti i rappresentanti nazionali, territoriali e le Rsu, dopo la contrattazione dei mesi scorsi, nonostante la pandemia. Le nuove condizioni andranno a sostituire e migliorare i sei accordi di secondo livello finora in vigore nei siti produttivi, alcuni acquisiti dal gruppo - tra i principali player internazionali nella produzione e vendita di carte speciali ad alto valore aggiunto per packaging, grafica, editoria e sicurezza, e di materiali autoadesivi per l’etichettatura - dal 2019, dopo il passaggio di mano dell’azienda scaligera al fondo americano Bain Capital. Il risultato, fortemente voluto dal management aziendale e ottenuto in collaborazione con i sindacati, garantisce maggior equità ai i dipendenti Fedrigoni, all’interno di un quadro normativo uniforme e chiaro, che riguarda la totalità degli addetti ad eccezione dei lavoratori degli stabilimenti lombardi Ritrama a Caponago e Basiano, contrattualizzati secondo schemi di altri comparti. Da quest’anno il premio base, di circa 2.100 euro l’anno, potrà aumentare anche di oltre il 50% fino a 3.700 euro; a riceverlo saranno anche i lavoratori più giovani. «Il premio», fanno sapere dalla sede di via Fermi, «sarà calcolato sui risultati finanziari (Ebitda) del gruppo e su indicatori come la produzione, la qualità e, novità importante, la sicurezza sul lavoro a cui devono contribuire azienda, sindacati e lavoratori. A questo, si aggiungerà un sistema di bonus legato alle presenze. Il trattamento è rivolto a tutti i dipendenti, che abbiano almeno 6 mesi di anzianità». La cifra potrà essere convertita in welfare aziendale: abbonamenti per i trasporti, corsi di lingua per i figli, ore di baby-sitting, soggiorni per le vacanze. In questo modo potrà essere sfruttato per intero l’ammontare lordo, senza trattenute, con un 15% addizionale versato dall’azienda. L’anno prossimo si aggiungerà un ulteriore incremento delle coperture e delle prestazioni fornite dall’assicurazione sanitaria stipulata dall’azienda, già attiva per i dipendenti e le famiglie. «Le misure rientrano nelle politiche di attenzione al mantenimento del reddito delle proprie persone che Fedrigoni ha attivato anche durante la pandemia, attraverso bonus straordinari e integrazioni o versamenti anticipati dell’assegno di Cig», precisano i vertici del Gruppo, guidato dall’ad Marco Nespolo. A firmare l’intesa per le territoriali di Uilcom Uil, Fistel Cisl e Slc Cgil, c’erano Ivano Zampolli, Massimo Recchia e Mario Lumastro. «L’armonizzazione completa si raggiungerà in due anni, ma l’accordo è di grande portata: al tavolo i lavoratori si sono seduti portando contributi e idee esaminate e recepite. Il metodo usato ha dato dignità alle parti e potrebbe fare da modello a tante realtà locali e italiane», commenta Lumastro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valeria Zanetti

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