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l'azienda di proprietà della famiglia campedelli

Milioni di debiti: il Tribunale dichiara il fallimento di Paluani Spa. Ora è in mano a Sperlari

La Paluani 1921 Spa continua invece la sua attività produttiva dopo la cessione, lo scorso anno, alla Sperlari di marchio e stabilimento per il prezzo di 7,6 milioni di euro
Dichiarato il fallimento di Paluani Spa, storica azienda di Dossobuono produttrice di pandori di proprietà della famiglia Campedelli
Dichiarato il fallimento di Paluani Spa, storica azienda di Dossobuono produttrice di pandori di proprietà della famiglia Campedelli
Dichiarato il fallimento di Paluani Spa, storica azienda di Dossobuono produttrice di pandori di proprietà della famiglia Campedelli
Dichiarato il fallimento di Paluani Spa, storica azienda di Dossobuono produttrice di pandori di proprietà della famiglia Campedelli

Il Tribunale di Verona ha dichiarato nei giorni scorsi il fallimento di Paluani Spa, storica azienda di Dossobuono fondata 102 anni fa (1921) produttrice di pandori, panettoni e colombe pasquali di proprietà della famiglia Campedelli, già proprietaria della squadra di calcio Chievo.

L’epilogo dopo la cessione lo scorso anno alla Sperlari, che fa capo al gruppo dolciario tedesco Katjes International, delle attività produttive, marchio e stabilimento per il prezzo di 7,6 milioni di euro, al termine di un’asta organizzata dalla sezione fallimentare della Mastino, che si è chiusa nel luglio 2022. Un processo che il Tribunale aveva accelerato il più possibile per consentire l’avvio dell’ultima campagna natalizia in partenza ad agosto e per cui si fa rifornimento di materie durante l’estate.

Due società

Da allora la Paluani 1921 Spa, in mano a Sperlari, ha continuato con la sua attività produttiva, cercando di riallinearsi alle quote di mercato perdute e di riassorbire gli stagionali.

Altro destino ha seguito invece la società d’origine, ovvero Paluani Spa, ancora in possesso di beni immobili, che in parte nel frattempo sono stati alienati. Il giudice, Monica Attanasio ha preso la sua decisione nominando curatori Matteo Creazzo e Andrea Rossi, che finora avevano seguito la procedura di concordato in qualità di commissari e convocando i creditori il prossimo 23 ottobre per l’esame dello stato passivo.

La sentenza di fallimento con revoca della procedura di concordato è stata motivata contestando all’azienda una serie di criticità fra le quali le scarse possibilità di riuscire a soddisfare i creditori: a fronte di un ammontare complessivo di quasi 82 milioni di euro richiesti, la somma che la Spa rendeva disponibile era inferiore ad un milione. Inoltre gli apporti di finanza da soci o amministratori per circa 1,8 milioni risultavano quasi per intero privi di garanzia.

Ad aprile 2022, secondo i libri portati in Tribunale con la domanda di omologa del concordato, le banche erano esposte verso Paluani per un totale di circa 35,5 milioni. Tra gli istituti, Banca Valsabbina, Banco Bpm, Bper, Caribolzano, Carige, CereaBanca, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Mps, Unicredit. 

Valeria Zanetti

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