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Vinitaly rinviato, come ripartire

Evento per il vino
in autunno: piano B
di Veronafiere

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Visitatori cinesi al Vinitaly
Visitatori cinesi al Vinitaly
Visitatori cinesi al Vinitaly
Visitatori cinesi al Vinitaly

Un nuovo evento per le aziende del vino, in autunno, completamente ripensato e riorganizzato da Veronafiere, con nuove regole dettate dal dopo-Covid e fortemente spinto sul digitale e il networking: potrebbe essere «un brindisi» il segno della rinascita della città, economica, lavorativa, sociale, verso la «nuova normalità».

 

I due grandi motori di Verona sono fermi, in stand by, in attesa di capire come e quando si potrà ripartire. E come sarà questa ripartenza, che ci porterà come afferma la virologa Ilaria Capua, verso una «nuova normalità». Una normalità fatta ancora di distanziamento, ingressi programmati, affollamenti vietati, protezione sociale. E i due grandi motori veronesi che producono eventi, turismo, con una ricaduta economica enorme e fondamentale per la città sono in una delicata fase di studio e riposizionamento. per Fondazione Arena e Veronafiere queste sono settimane delicatissime: in ballo ci sono da un lato la stagione areniana di lirica e concerti, dall'altro i grandi eventi fieristici da ripensare per trovare nuove date dopo che per esempio Vinitaly è stato spostato al prossimo anno, ma anche valutare l'eventualità di dare vita a nuove iniziative se è vero che da giugno le misure restrittive diventeranno più morbide.

 

Il patto scaligero per far ripartire la città passa giocoforza da questi due grandi motori che vanno riaccesi, sicuramente senza fretta per evitare di fare danni, ma con un passo sicuro e una rotta precisa. Si dovrà ripartire in modo graduale per uscire dal lockdown, per garantire una ripresa del lavoro, della vita sociale ed economica se è vero, come è vero, che l'indotto generato da questi due motori sulla città si aggira attorno al miliardo e mezzo di euro: tra gli 800 milioni e il miliardo la Fiera, 500 milioni la Fondazione Arena.

 

«Molto cambierà e ci porterà a costruire una nuova normalità, espressione che trovo molto efficace», afferma il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. «Per esempio questa pandemia ha riportato al centro di tutto la persona, il valore dell’impegno e del lavoro dell’uomo, lo abbiamo visto sul fronte sanitario dove medici e infermieri sono in prima linea e così sarà determinante il fattore umano nella ripresa delle aziende, che dovranno far conto proprio su queste risorse per la ripartenza». «Di conseguenza», prosegue Mantovani, «le risorse migliori della nostra città devono definire le linee guida di questa nuova normalità per Verona; serve una visione chiara, una strategia, si deve decidere un’agenda di priorità perché anche per noi questo elemento del fattore umano sarà determinante».

 

La Fiera, al pari di molti altri enti simili, sta lavorando a un piano B. «Sì, per l’autunno stiamo pensando a un evento per il settore vinicolo al fine di dare un supporto alle aziende per stare sui mercati. Stiamo ragionando di organizzare un appuntamento innovativo, che garantisca professionalità, informazioni, networking, supporto digitale. Siamo molto attenti a capire come sarà in autunno il mercato delle Fiere: quali saranno le regole per il distanziamento? Quale sarà la logistica?». L’attenzione in questo momento è alla Cina, dove si sta ripartendo dopo l’esperienza di Wuhan. Cosa accadrà laggiù dove Veronafiere ha importanti partnership? «In Cina da maggio in poi è tutto confermato, compresa la fiera del vino a Chengdu: quali saranno le nuove regole e le nuove attenzioni da mettere in campo? Come si dovranno organizzare gli eventi? Siamo ansiosi di capire per poterci regolare». La data attesa per avere un’idea dei possibili scenari sarà fine aprile: «Tra fine aprile e maggio capiremo come mettere a punto il piano B per la nuova normalità, capiremo quali saranno le disposizioni per la sicurezza, studieremo come dovranno essere fatti i nuovi allestimenti, i percorsi, quali saranno le tecnologie da mettere in campo. Il virus è stato un grandissimo acceleratore del nostro futuro: tutto quello che era previsto di realizzare in un anno e mezzo lo dovremo fare in due mesi».

 

«E il Governo darà indicazioni sui limiti per gli eventi, un tema cruciale con il quale ci dovremo confrontare. I filoni di pensiero in questo momento sono davvero tanti, compreso quello del nuovo rapporto tra sviluppo economico e rispetto ambientale, sostenibilità vera: lo squilibrio ambientale sicuramente è stato un elemento che ha reso questa pandemia ancora più difficile da affrontare. Ecco, questa nuova normalità con cui dovremo fare i conti, non dimentichiamo che siamo noi a doverla immaginare e a doverla preparare».

Maurizio Battista

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