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Lo studio

Turismo a Verona: +8,5%. «Manca ancora personale»

A novembre 2023 Il «Libro bianco»: dati positivi, rimane il nodo delle risorse umane. Ristoranti a caccia di cuochi e camerieri
Turisti in Arena (Marchiori)
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Il futuro del turismo veneto e veronese è legato a doppio filo alla disponibilità di capitale umano. A dimostrarlo sono le prime anticipazioni del «Libro bianco sul turismo», ultima sintesi del progetto quadriennale «Turismo: giovani, imprese, lavoro. Il Veneto verso Milano – Cortina 2026», realizzato da Manageritalia Veneto e Ciset, centro internazionale di studi sull’economia turistica, in collaborazione con Confcommercio, Federalberghi, Confindustria Veneto e gli stakeholder pubblici e privati, nato per stimolare istituzioni, scuola e operatori a riflettere sul futuro del settore in regione e sul valore delle risorse professionali.

Lo studio verrà presentato il prossimo mese a Verona, con la partecipazione di Francesca Simeoni, docente dell’ateneo scaligero e Paolo Artelio, presidente di Fipe Confcommercio Veneto e Verona. Dalle prime evidenze, emerge come il turismo sia sempre più protagonista dell’economia locale. Cresce la managerialità nelle strutture ricettive, che hanno assunto un +10% di manager e +22% di quadri, ma resta l’emergenza -15% per camerieri, cuochi e addetti alla sala. Una spina nel fianco per la regione che nei primi 11 mesi del 2023 (ultimi dati disponibili), registra oltre 69 milioni di presenze, in aumento dell’8,2% rispetto al 2022 e del +0,1% in riferimento al 2019, anno record per permanenze dei turisti. 

 

 

Verona in crescita

Verona cresce anche di più con uno stacco del +8,5% sul 2022 a 18 milioni di pernottamenti e del +3,5% sul 2019. In città e provincia operano 21.406 figure professionali tra addetti ai servizi, camerieri e personale di cucina (17.741), impiegati (2.111), quadri (86), dirigenti (7) e apprendisti (1.461). Il bilancio rispetto al 2018 per tutte queste figure è positivo (+3% medio) eccezion fatta per gli apprendisti, in calo del 12% (-15% in Veneto su cui incide il -34% di Belluno).

In generale affiora la preoccupazione per la graduale riduzione della quota dei dipendenti giovani (30-40 anni) e giovanissimi (under 20 e 20-30 anni) compensata però dall’aumento dei 50-60enni. Va comunque segnalato che gli under 20 sono in crescita sul 2019. La carenza di personale qualificato è dovuta a un minor interesse da parte dei più giovani per il turismo e alla fuoriuscita di risorse con competenze e esperienza. Urgente fidelizzare i collaboratori per migliorare la percezione dell’occupazione nel comparto, organizzare meglio i turni, dare più attenzione ai bisogni e al benessere del dipendente attraverso benefit e premialità, in sostegno al welfare.

«Abbiamo sviluppato questo progetto», spiega Lucio Fochesato, presidente Manageritalia Veneto, «perché crediamo che per far crescere il turismo veneto servano strade nuove, sinergia tra tutti gli attori, qualità e attenzione alle persone, a partire dai più giovani». Gli obiettivi si possono conseguire attraverso una maggiore strutturazione o sinergia tra le aziende e presenza manageriale. «È infatti compito dei manager», completa, «far crescere le aziende e le persone innovando e cogliendo le opportunità presenti in un mercato in continuo e rapido cambiamento. Per farlo bisogna costruire situazioni di benessere e realizzazione professionale ad oggi scarse, come testimoniano i tanti giovani ed operatori coinvolti nello studio ed ascoltati in questi due anni di raccolta di informazioni».

 

Valeria Zanetti

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