Della possibilità di gelate fuori stagione se ne parlava da giorni. Il ritorno dell’inverno che si è manifestato nell’ultima settimana, quello spettro lo ha reso reale. Nella notte tra il 20 e il 21 aprile, nel Basso Veronese si sono toccati -2,5 gradi, con danni conseguenti sugli alberi in fiore o con i frutti in crescita. Segni e crepe si sono visti, in particolar modo, su albicocche e pesche. Situazioni delle quali nessuno in questi giorni fornisce una definizione numerica precisa, anche se c’è chi parla di possibili perdite, in alcune aree, superiori al 20%.
A macchia di leopardo
Anche le orticole stanno incontrando difficoltà. A causa del freddo molti impianti delle varietà precoci del pomodoro non sono stati realizzati. Per quanto riguarda i seminativi, procedono a rilento le semine del mais e del sorgo a causa dei terreni inzuppati di pioggia.
«Sicuramente un danno da freddo c’è stato su kiwi, drupacee e vigneti», afferma Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona. «Il freddo ha colpito a macchia di leopardo. Non quindi territori estesi, ma le conseguenze del gelo ci sono, aggravate anche dalla pioggia», aggiunge. Secondo Aldegheri non è finita, «perché è prevista un’altra notte di gelo la settimana prossima. Questa situazione costituisce il segno evidente che il clima si sta estremizzando: eventi come questo, che una volta erano rari, stanno diventando una consuetudine annuale e si verificano sempre più tardi».
L’attuale ondata di freddo fa paura: fino a qualche settimana fa si erano susseguite giornate con un clima tipicamente estivo, che aveva accelerato la fioritura delle piante. «Gli effetti si vedranno con la crescita dei frutti e i danni potrebbero essere non solo quantitativi, ma anche qualitativi, con una conseguente diminuzione del valore», conclude la presidente.
Secondo Andrea Lavagnoli, che guida Cia-Agricoltori italiani Verona, «i danni più gravi sono stati registrati nella parte Est della provincia, a Sud dell’A4: sono stati colpiti da gelate i vigneti, soprattutto nella striscia che va da Montebello a San Bonifacio fino a Belfiore. Non si segnalano danni alle colture orticole, poste sotto tunnel freddi o a pieno campo coperte da tessuto non tessuto, come ad esempio i meloni. Mentre sono da monitorare le ripercussioni sulle drupacee, come ciliegie, albicocche e pesche». Secondo Lavagnoli, laddove vi sono stati dei danni, la zona dovrà essere delimitata per l’attivazione del fondo Agri Cat, «sperando che non si verifichino i ritardi che stiamo riscontrando per le richieste del 2023».