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Superbonus e artigiani: «Così noi non lavoriamo»

Cantiere edile Gli artigiani: rischio blocco cantieri con le nuove norme
Cantiere edile Gli artigiani: rischio blocco cantieri con le nuove norme
Cantiere edile Gli artigiani: rischio blocco cantieri con le nuove norme
Cantiere edile Gli artigiani: rischio blocco cantieri con le nuove norme

Eliminare l’obbligo per le imprese di costruzioni di attestazione Soa per operare nel mercato dei bonus edilizi. Lo chiedono Confartigianato, Cna e Casartigiani, in una lettera aperta inviata alle commissioni Bilancio, Finanze, Lavori pubblici, Attività Produttive di Camera e Senato e ai capigruppo dei due rami del Parlamento. Le Confederazioni artigiane e delle Pmi ribadiscono l’allarme per le continue modifiche alle norme sugli incentivi in edilizia, che rischiano di bloccare definitivamente i lavori di riqualificazione e di tagliare fuori dal mercato oltre il 90% delle aziende. A complicare un quadro legislativo, già intricato, è arrivata il 12 maggio la norma del decreto legge «Taglia prezzi», che impone, anche alle attività che operano in subappalto, il possesso delle attestazioni Soa per i lavori che danno diritto alle detrazioni edilizie di importo superiore ai 516mila euro. «Una disposizione che, pur ispirata al condivisibile principio di garantire sicurezza, trasparenza e qualità dei lavori – spiega Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Verona – si rivela una barriera anticoncorrenziale. Negli ultimi 20 anni, il mero possesso delle attestazioni Soa non ha garantito, negli appalti pubblici, la qualità e la sicurezza dei lavori. Inoltre, l’accesso ai bonus edilizi è già subordinato ad una serie di controlli molto stringenti e, per contrastare il fenomeno delle imprese “fantasma“, servono piuttosto verifiche dei requisiti di accesso al mercato e strumenti già operativi come il Durc, la congruità e l’intensificazione dei controlli». Le difficoltà di accesso agli incentivi sono ancor più paradossali, se si considera che l’edilizia è il driver della ripresa economica, anche in provincia, segnalano i rappresentanti di categoria dell’artigianato, i quali sollecitano un rapido intervento per tutelate il progetto di riqualificazione green del Paese, che rischia di naufragare nel mare della burocrazia legislativa. «A mettere in crisi il mercato delle ristrutturazioni edilizie – sottolineano le Confederazioni nella missiva – è anche il blocco del sistema della cessione dei crediti a causa della stretta adottata dalla maggior parte delle banche e degli intermediari finanziari. Risultato: le imprese non riescono a monetizzare i crediti fermi nei cassetti fiscali per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi. Così il settore è sull’orlo del precipizio, si moltiplicano i casi di fallimento: a rischio in Italia ci sono già 33mila imprese». Proprio sulla situazione della cessione dei crediti, Cna Veneto ha avviato un sondaggio sotto forma di questionario (https://it.surveymonkey.com/r/aziende_edili_def). Sono già diversi mesi che le banche e le piattaforme non scambiano più i certificati in liquidità a causa di continue modifiche normative, e il monte crediti fiscali maturato e bloccato ammonta oramai a 5,7 miliardi di euro (dati Agenzia delle Entrate). Anche tra le imprese di Cna Veneto, molte hanno crediti fermi da più di sei mesi; contemporaneamente lamentano serie difficoltà nel pagare dipendenti e fornitori, e hanno i fidi in rosso. «Le aziende edili, di impiantistica, e di serramenti sono quelle che oggi hanno notevoli difficoltà nel cedere i crediti derivanti dagli sconti in fattura riconosciuti ai propri clienti - aggiunge il segretario Cna Veneto, Matteo Ribon – Il problema è da affrontare rapidamente». •.

Valeria Zanetti

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