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Mattarella: «Serve uno sforzo comune aziende-istituzioni»

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ieri con Mattarella
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ieri con Mattarella
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ieri con Mattarella
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ieri con Mattarella

Un rinnovato impegno tra aziende e istituzioni per far decollare il sistema Italia. Lo hanno sottolineato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, in occasione della consegna dei premi «Leonardo» nell’ambito della Giornata Qualità Italia. «È necessario», ha sottolineato Mattarella, «uno sforzo congiunto di aziende e istituzioni per rilanciare la competitività, e un modello di sviluppo basato sulle conoscenze e l’alta qualità, con importanti investimenti nel capitale fisico ma anche in quello immateriale delle competenze e della capacità e in quello sociale».

Il richiamo agli sforzi di sistema è arrivato anche da Squinzi. «Mai come ora, in un momento ancora di non facile congiuntura internazionale», ha detto, «siamo di fronte ad un cambiamento d'epoca che richiede il coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali, sociali, economici, in un impegno condiviso per un impegno comune di sviluppo e crescita complessiva del sistema Paese». Ma non solo. «Come ha sottolineato il Santo Padre nell'incontro con Confindustria», ha spiegato Squinzi, «è necessario “fare insieme“, per essere costruttori del Bene Comune e artefici di un nuovo umanesimo del lavoro, facendo in modo che il lavoro crei altro lavoro, la responsabilità altra responsabilità e la speranza crei altra speranza, soprattutto per le giovani generazioni».

Una sfida, quella del «fare insieme» che caratterizzerà gli anni futuri, ha proseguito il presidente di Confindustria, e che «riguarderà gli atteggiamenti e la mentalità di tutti i soggetti coinvolti, ognuno nel suo ruolo e per le proprie responsabilità, a tutti i livelli, imprenditori, manager, lavoratori, rappresentanti delle parti sociali, il modo di intendere la persona ed il suo lavoro, i criteri con cui si prenderanno le decisioni e definiranno gli obiettivi, il modo in cui si affronteranno le crisi e le ristrutturazioni aziendali, la disponibilità a rimettersi costantemente in discussione, ad apprendere l'uso dei nuovi strumenti, ad aprirci ad imparare da tutti e a ripartire sempre, senza mai rassegnarci o sentirci falliti».

Gli imprenditori che hanno ricevuto ieri il Premio Leonardo, secondo Squinzi, «hanno già compreso i termini del nuovo confronto, hanno saputo interpretare la competizione, soprattutto quella globale, con strategie vincenti. Il l nostro comune impegno», ha concluso, «deve essere di sostenerli permettendo loro di operare in un ambiente, economico e produttivo, libero dai tanti, troppi lacci e lacciuoli, soprattutto burocratici, tipici della nostra straordinaria Italia, che ne frenano la crescita e ne limitano la competitività».

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