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Il futuro della siderurgia? Gli impianti a impatto zero

Barbara Beltrame Giacomello
Barbara Beltrame Giacomello
Barbara Beltrame Giacomello
Barbara Beltrame Giacomello

Il Veneto, dove la filiera dell’acciaio non si limita agli stabilimenti siderurgici ma investe numerosi altri settori produttivi, «avrà sempre più bisogno di produrre acciaio, una materia prima alla quale è legata la quasi totalità di prodotti strategici per l’economia italiana». A dirlo Barbara Beltrame Giacomello, responsabile marketing e comunicazione di Afv Beltrame Group e vicepresidente nazionale di Confindustria, nell’intervento di qualche giorno fa all’Università di Verona. Barbara Beltrame è esponente dell’omonima famiglia vicentina che controlla Afv Gruppo Beltrame, che produce laminati mercantili e profili speciali per cantieristica navale, costruzioni edili e macchine movimento terra per 3 milioni di tonnellate di acciaio con 12 laminatoi in tutta Europa, 2,2 miliardi di fatturato e tremila dipendenti. Le sfide dell’industria nazionale dell’acciaio, dalla necessità di forti investimenti, e la riduzione dell’impatto ambientale, i focus. È stata ricordata in primo luogo l’elevatissima quantità di investimenti necessari per sostenere lo sviluppo e adeguare la produzione alle esigenze di ridurre progressivamente l’impatto ambientale. «Non tutti sanno», ha detto, «che già oggi quello che esce dai nostri impianti è solo vapore acqueo e che il futuro della siderurgia è quello degli impianti a impatto zero, grazie all’utilizzo dei motori a idrogeno». Beltrame è partita dall’esame della scarsa e spesso distorta conoscenza che investe il settore siderurgico. Talvolta l’industria dell’acciaio viene considerata quasi come un «peso» per il paese, per l’impatto ambientale che può produrre, i costi elevatissimi con cui si sostiene, per un’identificazione tra le recenti vicende dell’impianto di Taranto e la siderurgia italiana. Ma la crescita dell’industria siderurgica è cruciale per la crescita dei paesi, e solo in presenza di una efficiente industria siderurgica è possibile assistere alla crescita dell’economia italiana, che infatti ha vissuto i momenti di maggiore sviluppo in concomitanza dei successi internazionali dell’industria siderurgica italiana, come nella seconda metà degli anni ’50. Beltrame, su sollecitazione degli studenti del corso del professor Noto, ha precisato la «necessità di un sempre maggiore impegno nel welfare aziendale e negli interventi sul territorio da parte delle imprese a forte impatto occupazionale e ambientale, impegno peraltro possibile solo in un contesto di elevati profitti».•.

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