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Fieragricola, l'evento di apertura

Al Summit sulla Pac si guarda al conflitto. Il direttore Mantovani: «Conseguenze importanti per il nostro agroalimentare»

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Il Summit durante l'intervento della presidente Metsola (Foto Marchiori)
Il Summit durante l'intervento della presidente Metsola (Foto Marchiori)
Summit sulla Pac - Giovanni Mantovani

Entrata in vigore nel 1962, compie sessant'anni la Pac, la Politica agricola comune europea e oggi in Gran Guardia un summit, organizzato da Fieragricola che si apre domani a Veronafiere fino al 5 marzo.

«Sessant’anni di Politica agricola comune: quali sfide per la Pac? La vision del 2050» è l’argomento della giornata, che prevede, tra gli altri, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, i parlamentari europei  Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, Maciej Golubiewski, capo di Gabinetto dell’Agriculture and Rural Development della Commissione Europea, Pekka Pesonen segretario generale Copa-Cogeca. E in collegamento Julien Denormandie, ministro francese dell’Agricoltura e dell’Alimentazione.

Un convegno nel quale inevitabile è stato il pensiero sulla guerra in corso in Ucraina. «L'agricoltura è il settore nel quale l'integrazione europea si è realizzata fino in fondo», ha detto il direttore generale della fiera Giovanni Mantovani, a margine del confronto, facendo riferimento alla Pac. «La guerra», ha aggiunto «ha comportato una parziale rinuncia di molti buyer che erano attesi dalla Russia: ne arriveranno solo sei, che si trovavano già in Europa allo scoppio del conflitto. La questione si riproporrà con Vinitaly, sperando che ora di allora si trovi una soluzione al conflitto: la Russia è una filiera di export e import molto importante. Perdiamo nel breve un mercato importante e tornare a regime richiederà tempi lunghi. Basta pensare a quando nel 2014 vennero bloccate le esportazioni di vino in Russia: solo nel 2019 si fece ritorno alla situazione pre-crisi»

«Fieragricola è una manifestazione con una lunga storia; per oltre 120 anni i vostri eventi sono stati l’occasione per la modernizzazione in agricoltura», ha esordito Metsola. «L’importanza dell’agricoltura sulle nostre vite non può essere sottovalutata. I nostri agricoltori rendono possibile portare cibo di qualità sulla nostra tavola – ha proseguito –. L’agricoltura moderna e innovativa è oggi la chiave per proteggere l’ambiente, senza dimenticare che siamo chiamati ad impegnarci per una produzione agricola in grado di rispondere all’aumento della popolazione, dei cambiamenti climatici in essere, dell’aumento dei costi di produzione».

«Fieragricola riprende come fiera internazionale - ha detto il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, - e anche i buyer russi hanno confermato la loro presenza, che speriamo sia di buon auspicio. La Pac ha dimostrato che si può correre uniti anche nelle diversità. L'obiettivo al 2020 è importante: saremo 9 miliardi e a tutti va garantito il diritto al cibo e al cibo sano».

«L'impatto della guerra è inevitabile, visto che Ucraina e Russia producono un terzo dei cereali del mondo - afferma Paolo De Castro, parlamentare europeo - Speriamo che oltre alle conseguenze umanitarie, anche quelle economiche siano il meno possibile: siamo appena usciti dalla pandemia e ci ritroviamo in un altro baratro».

Secondo il sindaco Federico Sboarina, «Fieragricola ha quest'anno una centralità ancora maggiore del solito, vista la criticità dell'agricoltura dovuta alla guerra in Ucraina, per le colture di grano e mais».

 

«L’innovazione è il canale attraverso il quale gli agricoltori italiani possono continuare a produrre, possono continuare a rappresentare quel legame con le tradizioni storiche di ogni singolo comune italiano», ha detto il ministro per le Politiche agricole e forestali, Stefano Patuanelli. «Però - ha aggiunto - facendo un passo verso una maggiore capacità produttiva e soprattutto verso una sicurezza alimentare che deve essere garantita a tutti i cittadini italiani ed europei. La Pac è uno strumento fondamentale, necessario, che deve essere aggiornato costantemente, e ha un ruolo indispensabile per l’agricoltura italiana e di tutta l’Europa». Il nuovo disegno di politica agricola comune «porta a riflettere su quale sarà il ruolo della Pac nel sostegno alle produzioni agrolimentari di tutti gli stati membri. Probabilmente ci dovrà essere un ritorno ad alcuni elementi protettivi, la necessità di produrre cibo e garantire la sicurezza alimentare a tutte le popolazioni europee, però nel rispetto dell’ambiente e della necessità di diminuire gli impatti ambientali e il consumo di fonti non rinnovabili, come sono molte di quelle che garantiscono la produzione di cibo. È un momento di riflessione importante - ha aggiunto - e se guardo alla storia della Pac credo che si possa dividere in 4 fasi, con un occhio al futuro: la politica agricola è stata elemento di unione dell’Europa sin dalla sua fondazione, fin dal 1957 e poi dal 1962 con l’introduzione della Pac. Quella prima fase è stata una politica protettiva, nella quale l’esigenza era di produrre cibo e garantire l’accesso a quel cibo a tutte le fasce della popolazione. Quindi una politica sui prezzi ed un sostegno agli agricoltori. Poi si è passati ad una politica incentrata più sullo sviluppo rurale e sull’attenzione ai territori. Poi, con la Riforma Fischer, uno sguardo al mercato, passando dalla produttività alla competitività. Da ultimo i tempi ambientali: la condizionalità, oggi è rafforzata da questa nuova Pac».

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