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BpVi: 9 euro per le azioni degli ultimi 10 anni

Gli ad di BpVi e Veneto Banca, Fabrizio Viola e Cristiano Carrus
Gli ad di BpVi e Veneto Banca, Fabrizio Viola e Cristiano Carrus
Gli ad di BpVi e Veneto Banca, Fabrizio Viola e Cristiano Carrus
Gli ad di BpVi e Veneto Banca, Fabrizio Viola e Cristiano Carrus

Per la Popolare di Vicenza è la prova del nove. Nel senso: basteranno nove euro per azione per ottenere pace e fiducia da parte di 94 mila soci che negli ultimi dieci anni hanno acquistato i titoli a sessanta euro e passa? «È la prima volta nella storia - argomenta Fabrizio Viola - che si propongono rimborsi a persone che avevano acquistato quote di capitale di rischio. Considerata anche Veneto Banca, in questa offerta destiniamo 600 milioni di euro per riconquistare la fiducia di soci che sono anche clienti. È uno sforzo immane per un gruppo bancario che, dopo la fusione, avrà bisogno di ulteriore capitale per restare nel mercato e diventare ancora protagonista dello sviluppo del Nordest».

L’OFFERTA. Sugli schermi dello Sheraton di Padova, campo neutro baricentrico tra Vicenza e Montebelluna, scorrono i termini delle offerte di transazione che già da oggi saranno operative per circa 170 mila soci sui 207 mila totali delle due banche. Balza agli occhi un’unica ma significativa differenza tra le due proposte: quella di BpVi parte da un prezzo preciso, 9 euro, appunto, mentre quella di Veneto Banca parla più genericamente di un indennizzo pari al 15%, e quindi tra i 4,5 e i 6 euro considerando il ventaglio di prezzi minimi e massimi. «Solo perché le variazioni percentuali di prezzo delle azioni di BpVi nel decennio sono state più contenute - spiega Viola -. La sostanza non cambia». Potranno aderire tutti coloro che hanno acquistato titoli dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2016. Chi lo fa firmerà un accordo transattivo con la banca dove si impegna a non fare causa per motivi legati al proprio investimento azionario. In pratica un condono tombale che la banca conta di ottenere da almeno l’80% delle posizioni in gioco, pena la mancata validità dell’offerta nella sua globalità. Lo scopo è chiaro: togliere dal «pacco» da presentare a futuri nuovi investitori gran parte dell’incertezza data dall’incalcolabile incertezza derivante dalle possibili cause legali.

DESTINATARI. Sono esclusi dall’offerta, infatti, gli azionisti che hanno già avviato cause legali in tribunale contro le due banche. Quelli che invece hanno sporto reclamo (a settembre erano circa diecimila) possono invece fare marcia indietro a aderire all’offerta. «I reclami che si sono trasformati in azione legale - avverte Cristiano Carrus, direttore generale di Veneto Banca - al momento sono pochissimi». Non potranno aderire, tra gli altri, le società di capitali, le pubbliche amministrazioni, i cosiddetti azionisti correlati, chi ha ricoperto ruoli rilevanti nei due istituti e alcuni dipendenti. Saranno della partita, invece, oltre alle persone fisiche, le ditte individuali, le società semplici, gli enti no profit, le fondazioni, gli enti religiosi.

MODALITÀ. Da oggi parte la grande operazione. Entro il 15 marzo gli azionisti che rientrano nel range previsto potranno manifestare il proprio interesse andando in filiale o via web. La filiale comunicherà l’ammontare spettante e il socio avrà tempo fino al 22 marzo per valutare e firmare l’accordo. Ad aprile verrà erogato l’importo.

AGEVOLAZIONI. Accanto a questa offerta, nel tentativo di riconoscere al socio più del 15 per cento circa legato ai 9 euro cash, le banche aggiungono anche una serie di proposte commerciali particolarmente vantaggiose. Facciamo l’esempio che riguarda quasi 35 mila soci titolari del quantitativo minimo di 100 azioni acquistate a 62,5 euro. A fronte di un riconoscimento economico di 900 euro (9 euro per azione), il socio, entro sei mesi dalla liquidazione, potrà depositare una somma fino a 5 volte l’importo ottenuto (in questo caso 4.500 euro fino a un massimo di 200 mila euro) ottenendo un 3% annuo per una scadenza a tre anni (300 euro di interessi netti totali) o un 5% per un deposito vincolato a 10 anni (1.665 euro di interessi netti). Nel caso in cui avesse bisogno di un mutuo, entro due anni potrà usufruire di un’offerta che azzera le spese di istruttoria, perizia e incasso rata. Oltre a un conto corrente a zero spese. Gianni Mion, che aveva condiviso con l’ex dg Francesco Iorio l’impianto di base di questa offerta, confida nella riuscita dell’operazione. Arrivare all’80% delle adesioni non è uno scherzo. È un’Opa che vuole trasformare la sfiducia un fiducia. Ci vorrebbe un miracolo o qualcosa che ci vada molto vicino.

Marino Smiderle

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