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Doc delle Venezie, sono 2.881 gli ettari coinvolti nel Veronese

Christian Marchesini
Christian Marchesini
Christian Marchesini
Christian Marchesini

La creazione della Doc Pinot grigio delle Venezie rappresenta una grande chance per Verona. A sostenerlo è Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto. E i numeri gli danno ragione: l’area vocata a Pinot nel Nordest si estende su una superficie di 20 mila ettari, 11.358 dei quali in Veneto, oltre 6mila in Friuli Venezia Giulia e il resto in Trentino. Subito dopo la provincia di Treviso, che conta 3.988 ettari, è Verona a fare la parte del leone, con 2.881 ettari destinati a questo vitigno.

L’ESEMPIO DEL PROSECCO. «La nuova Doc», sottolinea Marchesini, «potrà valorizzare il Pinot grigio seguendo l’ottimo risultato ottenuto con il Prosecco che ha allargato la sua area di coltivazione anche al Friuli». Proprio il Prosecco ha dimostrato come una massa critica adeguata può essere in grado di imporsi sui mercati internazionali. Perché le alleanze aiutano ad essere più forti soprattutto sui mercati esteri: «Oltre alle viti è necessario imparare a potare anche i campanilismi», aveva detto martedì Giuseppe Martelli, presidente del Comitato Nazionale Vini, durante la «riunione di pubblico accertamento» convocata dal ministero delle Politiche agricole con lo scopo di discutere con gli operatori del settore il disciplinare della nuova doc. Passaggio cruciale, necessario per l’approvazione del testo da parte del Comitato nazionale e per la successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. E tutta la filiera si è dimostrata in accordo con la creazione di una unica, grande e quindi più forte denominazione.

«La doc interregionale delle Venezie», sottolinea Marchesini, «con un brand fortemente evocativo e prestigioso, sarà la risposta più adatta per tutelare e promuovere in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, tra le più importanti regioni della vitivinicoltura nazionale, lo sviluppo di questo vitigno, da cui si ottiene un vino la cui domanda è in costante crescita sul mercato internazionale. Confagricoltura ha creduto subito a questo progetto che potrà garantire la redditività degli agricoltori, come è successo con l’Amarone e il Prosecco».

I TEMPI. Resta un grande punto di domanda, e riguarda la possibilità di utilizzare la fascetta di Stato già nelle bottiglie prodotte con l’attuale vendemmia. Obiettivo ostacolato da un decreto, in base al quale possono essere applicate alla vendemmia in corso solo i disciplinare approvati entro il primo agosto. E quello della Doc delle Venezie sarebbe già fuori tempo massimo. Tuttavia gli operatori non vogliono rallentare l’Iter: «Ora», dice Marchesini, «ci aspettiamo che venga insediato al più presto il Consorzio di tutela della nuova doc delle Venezie in modo da far sì che ci sia una giusta regolamentazione dell’offerta».

«Sarà un modo per tutelare le nostre aziende agricole», aggiunge Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Veneto. «Questa», aggiunge, «è una nuova sfida per il riscatto di un vino tra i più conosciuti al mondo ora finalmente valorizzato». F.L.

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