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Valpantena

Colorificio Casati, dopo l'incendio i licenziamenti: via un quarto dei dipendenti

L'azienda ha comunicato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 14 lavoratori in organico nella sede di Poiano. Critiche dal sindacato
Lo stabilimento dopo l'incendio del marzo dello scorso anno
Lo stabilimento dopo l'incendio del marzo dello scorso anno
Lo stabilimento dopo l'incendio del marzo dello scorso anno
Lo stabilimento dopo l'incendio del marzo dello scorso anno

Dopo il danno, la beffa. Nel marzo dello scorso anno il Colorificio Casati Spa, una delle storiche case produttrici di colore italiane, parte del gruppo internazionale Meffert, venne danneggiato da un incendio durante il quale morì anche un operaio 59enne, divorato dalle fiamme. Lo stabilimento venne sequestrato per il tempo necessario alle indagini, poi i vertici rassicurarono i dipendenti sulla ripartenza.

Ebbene, nei giorni scorsi l'azienda ha comunicato alla Rsu e a Filctem Cgil l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 14 lavoratori in organico nella sede di Poiano. "Si tratta", commenta il sindacato, "di una decisione non condivisa e inaccettabile, che tradisce le parole di speranza e rilancio proferite dalla stessa azienda dopo qualche settimana dal terribile incendio del primo marzo 2022 che costò la vita ad un operaio: “Continuate a sostenerci nel promuovere la nostra importante realtà produttiva e commerciale”.

 

Le motivazioni dei licenziamenti

Gli stessi dipendenti, spiega il sindacato, erano stati più volte rassicurati sulla ripresa lavorativa dell’intero stabilimento. Ma a meno di una anno dalla tragedia arriva una terribile beffa: “Complicazioni burocratiche e aumento dei costi di produzione”, queste sono le motivazioni con cui l’azienda annuncia che il reparto smalti a solvente non verrà riaperto e che per 14 lavoratori (un quarto della forza lavoro che in totale ammonta a 58 persone) non c’è più posto nel suo organico, né nella sede di Poiano né in altre sedi. Ragion per cui apre una procedura di licenziamento collettivo.

 

Cos'era accaduto dopo l'incendio

All’indomani dell’incendio, per garantire la stabilità occupazionale, era stata aperta in primis la Cassa integrazione ordinaria e dal 1 giugno 2022 la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale, che terminerà il 5 giugno 2023, finalizzata proprio alla integrale ripresa della attività lavorativa con completo mantenimento dei livelli occupazionali oltre che ad un rinnovamento tecnologico che avrebbe aumentato ulteriormente le misure di sicurezza.

"Come sindacato", prosegue la Filctem, "parteciperemo al tavolo di confronto che si svilupperà da qui fino alla fine delle tempistiche previste dalla procedura di legge. Ma è il momento che anche le istituzioni si facciano sentire, per non lasciare 14 famiglie prive di reddito, a maggior ragione in un contesto socio economico già di per sé difficile".

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