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Caldo e meteo spingono il pomodoro veronese

Raccolta Il pomodoro made in Verona su 970 ettari: +27% nel 2020
Raccolta Il pomodoro made in Verona su 970 ettari: +27% nel 2020
Raccolta Il pomodoro made in Verona su 970 ettari: +27% nel 2020
Raccolta Il pomodoro made in Verona su 970 ettari: +27% nel 2020

Crescita record per la coltivazione del pomodoro da industria nella provincia. Verona, secondo i dati più recenti di Veneto Agricoltura, che sono relativi al 2020, è nettamente la prima provincia in Veneto per questa produzione. Nel corso di quell’anno la produzione regionale è stata di circa 120mila tonnellate (+32,6%), nel Veronese si è segnato un +27% quanto a superficie dedicata, con 970 ettari sui 1.710 dell’intero Veneto. Il trend in aumento è continuato anche nel 2021, anno in cui sono risultati limitati sia lo sviluppo di batteriosi che gli attacchi di parassiti e si sono registrati consumi domestici in crescita, anche sulla spinta della pandemia, e prezzi abbastanza soddisfacenti, fissati per il Nord ad 88 euro a tonnellata. A favorire la crescita di questa coltivazione sono i cambiamenti climatici. «Il 2021 per il pomodoro da industria è stato interessante», spiega Camillo Brena di Confagricoltura Veneto. «Abbiamo avuto un po’ di problemi di raccolta, perché è maturato tutto assieme. Abbiamo fatto i conti anche con qualche grandinata, però la qualità è stata buona, tanto che c’è stata parecchia richiesta dall’industria», aggiunge. Brena spiega poi che si tratta di una coltura che si sta diffondendo perché con il clima sempre più caldo la maturazione è ottimale. «C’è spazio per chi cerca una produzione alternativa che dia redditività, tanto che molte aziende di altri settori, come quello tabacchicolo, stanno cominciando a spostarsi sul pomodoro», aggiunge. Per chi vuole avviare la coltura ci sono però costi importanti da sostenere per i macchinari, che sono indispensabili per ridurre i costi di trapianto e raccolta. Camillo Brena vive a Verona, ma da sempre la sua famiglia coltiva i campi in Polesine. «Prima facevamo melone e angurie, ma quindici anni fa ci siamo spostati sul pomodoro da industria, perché erano state meccanizzate raccolta e lavorazioni», racconta. «La resa è molto buona e possiamo continuare a crescere, perché, nonostante la concorrenza di altri Paesi, vedi le importazioni dalla Cina, i consumi corrono così tanto che in alcuni momenti c’è mancanza di prodotto». •. Lu.Fi.

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