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TRASPORTI

Imprese a caccia di autisti. «Tremila euro al mese e copertura dei costi per le patenti»

Camion di spedizionieri al Quadrante Europa
Camion di spedizionieri al Quadrante Europa
Camion di spedizionieri al Quadrante Europa
Camion di spedizionieri al Quadrante Europa

È caccia agli autisti, i veri lavoratori d’oro di questo periodo. Le aziende del settore dei trasporti, sia delle merci che delle persone, le stanno facendo tutte pur di assicurarsi la presenza di coloro senza i quali potrebbero essere costrette a chiudere baracca e burattini. Le ditte sono arrivate a rubarseli fra di loro, a suon di proposte sempre più interessanti, dal punto di vista economico e dei rapporti lavorativi, e le associazioni che le imprese rappresentano stanno ripetendo iniziative volte a garantire il sostegno di almeno una consistente parte degli ingenti costi per le patenti che abilitano a condurre i mezzi ed offrono garanzie di lavoro immediato. Coloro che guidano camion e corriere, insomma, sono ormai diventati così preziosi da venire valutati a peso d’oro.

 

L’allarme di Confindustria «Le difficoltà nel reperire persone disponibili a guidare i camion sono purtroppo concrete; esse, poi, sono particolarmente gravi per le aziende, come la mia, che si occupano di spedizioni internazionali», afferma Giacomo Corsi, che è presidente dell’omonima ditta di trasporti e a capo del settore logistica di Confindustria Verona. Corsi non si sorprende quando gli diciamo che ci sono aziende che pubblicano offerte di lavoro in cui parlano di bonus speciali e di stipendi particolarmente elevati. «Guardi che da noi c’erano autisti che prendevano 3.000 euro al mese ed hanno deciso di andarsene», afferma. Egli spiega che la paga base di chi guida un camion è di 1.700 euro netti al mese, ai quali, però, vanno aggiunte le trasferte, per arrivare a 2.700-2.800 euro e, nel caso si effettuino attività aggiuntive, come il carico e lo scarico delle merci, vanno sommati altri 200-300 euro. Si può quindi davvero arrivare a mettersi in tasca, imposte e previdenza pagate, più di 3.000 euro. «Certo si tratta di un lavoro che comporta dei sacrifici, ma il ritorno c’è», dice l’imprenditore. Il quale ricorda che, se tutti lavorassero solo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17, il Paese si fermerebbe.

 

Secondo Giacomo Corsi, peraltro, le difficoltà di reperire personale hanno varie cause. «In questo momento quello del camionista viene visto spesso come un lavoro quasi da disperati, anche se in realtà è tutt’altro, e, d’altro canto, pesa il fatto che molti preferiscono rinunciare a prendere più soldi pur di restare vicini alla loro casa ed alla loro famiglia», spiega. Un fenomeno, questo, che riguarda soprattutto gli italiani. «È un dato di fatto che per riuscire a lavorare con l’estero è necessario ricorrere prioritariamente, se non quasi esclusivamente, ad autisti stranieri», conferma il referente di Confindustria.

 

Le iniziative del Fai «La situazione è molto difficile», conferma, senza giri di parole, Alessio Sorio, che è il segretario provinciale della Federazione autotrasportatori italiani. «L’associazione spiega, che conta il maggior numero di aziende iscritte a Verona e in tutta Italia». «Nonostante non manchino le difficoltà economiche e siano acuite dalla guerra, sono pochi coloro che si avvicinano a questo lavoro», aggiunge. «Come federazione cerchiamo in tutti i modi di favorire l’incrocio fra domanda ed offerta di lavoro, ma ad oggi questo avviene in molto meno della metà dei casi». Teoricamente, una delle situazioni che dovrebbero costituire un ostacolo per coloro che vogliono fare gli autisti è data dall’elevato costo delle patenti, che costano mediamente 5.000 euro.

 

«Noi organizziamo corsi che permettono di conseguirle in soli 4 mesi per i quali chiediamo una compartecipazione di spesa di 1.500 euro, che viene alla fine restituita ai più bravi, ma, nonostante questo, le adesioni restano molto basse», rimarca il segretario. «Eppure, aggiunge, chi prende la patente ha assicurato un posto di lavoro che consente di portare a casa uno stipendio medio di 2.500 euro al mese, ma può arrivare sino a quasi 4.000», aggiunge. «È vero che si tratta di un lavoro che è più difficile che in passato, però non si può dire che non sia ben pagato».

 

Se per quanto riguarda i camionisti c’è da piangere, per gli autisti delle corriere non è che ci sia da ridere. All’Azienda trasporti Verona, che pure conta su 600 autisti per poter gestire il trasporto pubblico su ruote, spiegano che anche per loro la caccia al guidatore è costante. «A maggio abbiamo chiuso i termini per la presentazione delle candidature di una selezione e già si parla di aprirne una seconda nei prossimi mesi», spiegano in Atv. Dove è stato avviato con Enac un corso di formazione propedeutico al conseguimento delle patenti D ed E, dove si realizzano stage con altre due realtà del settore e dove è stato previsto di cofinanziare le spese per la patente dei possibili nuovi assunti. «Questo con la speranza di avere finalmente una garanzia di nuovi autisti», spiega il dg Stefano Zaninelli.

Luca Fiorin

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