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I consumatori: «Una stangata»

La Bce alza i tassi di interesse, ecco l'effetto sulle rate dei mutui

Stima a +36 euro al mese sui mutui a tasso variabile, mentre il rincaro su base annua sarebbe pari a 432 euro. Sempre più ridotta la forbice tra fisso e variabile
Effetto Bce: il rialzo medio della rata dei mutui è fra i 30 e i 40 euro
Effetto Bce: il rialzo medio della rata dei mutui è fra i 30 e i 40 euro
Effetto Bce: il rialzo medio della rata dei mutui è fra i 30 e i 40 euro
Effetto Bce: il rialzo medio della rata dei mutui è fra i 30 e i 40 euro

La Bce ha deciso di alzare i tassi d’ interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3%, quello sui depositi al 2,50%, e quello sui prestiti marginali al 3,25%. Lo comunica l’Istituto centrale.

Nel comunicato di fine vertice, il Consiglio direttivo annuncia che i tassi verranno alzati di ulteriori 50 pb a marzo, «per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria». «Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi - si spiega nel comunicato - farà diminuire nel corso del tempo l'inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione.

Le associazioni dei consumatori

Il rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Banca centrale europea è «una stangata». Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, spiegando che se si considera «l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi di 50 punti percentuali corrisponde, nel caso di un pieno trasferimento sull’Euribor, ad un aumento della rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 36 euro al mese. Una mazzata annua pari a 432 euro». «Un rincaro che, nel caso di piano di ammortamento alla francese, vale per chi ha sottoscritto da poco il contratto e ha ancora una quota di interessi molto alta - conclude Dona - ma che ovviamente cala man mano che il mutuo si avvicina alla fine e si paga quasi soltanto la quota capitale».

Differenze sempre più piccole fra fisso e variabile

L’aumento dei tassi di 50 punti da parte della Bce comporterà quindi un rialzo della rata di un mutuo medio (140mila euro per un immobile dal valore di 200mila euro) fra i 33 e i 43 euro. Questa la simulazione di MutuiOnline secondo cui la forbice fra tassi variabili e fissi si sta oramai chiudendo su livelli inferiori ai 50 punti base.

Sui 10 anni infatti il tasso è 3,8% nel primo caso e 4,1% nel secondo. E così nel caso di tasso variabile a 10, 20 e 30 anni, l’importo della rata mensile per un mutuatario impiegato di 40 anni, sarebbe rispettivamente di 33, 36 e 39 euro a quota 1408, 891 e 636 euro.

Nel caso invece di tasso fisso un nuovo mutuo fisso a 10 anni aumenterebbe la sua rata di 33 euro a 1.424 euro, il 20 anni di 43 euro a 835 euro, il trentennale di 38 euro a 636 euro. L’aumento dei tassi fa salire anche il rendimento, che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di Bot, Btp, Cct. Secondo le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), l’ authority italiana dei conti pubblici, un aumento stabile del differenziale di 100 punti aumenta la spesa pubblica di 19 miliardi in tre anni: 2,5 miliardi nel 2023, 6,7 miliardi nel 2024, 10,1 miliardi nel 2025.

In calo la domanda di mutui dai redditi bassi

Secondo Nicoletta Papucci, Direttore Marketing di MutuiOnline.it, l’aumento dei tassi da parte della Bce sta riducendo le richieste di mutui da parte di chi ha redditi più bassi, un settore della popolazione che ha beneficiato negli scorsi anni dei tassi a zero. «Stiamo osservando», dice, «un aumento del reddito netto dei richiedenti i finanziamenti».

Si tratta di un fenomeno che colpisce anche i giovani nonostante il governo abbia rifinanziato per il 2023 le misure a favore degli under 36, provvedimento che però nel primo mese non sta avendo lo stesso effetto visto al suo lancio nel luglio 2021. Per questo, rileva, le banche si stanno attrezzando per offrire dei prodotti specifici per i giovani magari attraverso una durata maggiore del mutuo.

«È chiaro che la rata maggiore» sia un freno «sul fronte della domanda. Secondo una simulazione di MutuiOnline.it l’aumento dei tassi di 50 punti da parte della Bce comporterà un rialzo della rata di un mutuo medio (140mila euro per un immobile dal valore di 200mila euro) fra i 33 e i 43 euro, pari a circa il 5% di aumento. Per il 2023 »come stimato da Nomisma le compravendite immobiliari scenderanno del 10-15% rispetto al 2022 con un effetto potenzialmente più grande sul mercato dei mutui, solo in parte compensato dalle surroghe« che peraltro occorre ben valutare considerando la durata residua del finanziamento, conclude Papucci.

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