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AZIENDE

Bauli punta a rafforzare la presenza in Asia

Il piano del Gruppo prevede la creazione di una società al 51% con la Simest per realizzare un nuovo stabilimento dopo l'India
Produzioni di pandori nello stabilimento Bauli di Castel D'Azzano
Produzioni di pandori nello stabilimento Bauli di Castel D'Azzano
Produzioni di pandori nello stabilimento Bauli di Castel D'Azzano
Produzioni di pandori nello stabilimento Bauli di Castel D'Azzano

Bauli punta ad implementare la sua presenza sulle tavole asiatiche attraverso la realizzazione di un nuovo stabilimento. Il piano, spiega l'azienda di Castel d'Azzano, prevede la creazione di una società in partnership con Simest, la finanziaria controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti e specializzata nell'assistenza alle imprese che investono all'estero: a Bauli spetterà il 51% delle quota, a fronte di un investimento di circa 13 milioni di euro, mentre a Simest andrà il 49%, ossia il massimo consentito alla società. Lo stabilimento verrà realizzato a Sud della Cina, in una posizione ottimale per poter rifornire sia i mercati asiatici che quelli australiani. Il progetto, di cui è ancora in corso lo studio di fattibilità, stando ai piani dell'azienda si concluderà entro due anni e potrebbe rappresentare la fase due del test di successo iniziato sei anni fa in India, a Calcutta, con una joint venture con un partner locale che aveva portato alla creazione di un piccolo stabilimento nel quale vengono prodotti croissant per quel mercato, distribuiti a marchio Bauli: un progetto prezioso, lo aveva definito allora il presidente Alberto Bauli, «cartina di tornasole per avviare un riesame dei prodotti - legati alle consuetudini locali - da proporre nelle diverse aree». Ora per l'azienda veronese è arrivato il momento di aggredire il mercato asiatico, spinta anche dall'esigenza di aumentare la quota di export: il bilancio dell'anno 2013-2014 si era chiuso a 464 milioni, con un pur positivo 9% in più rispetto all'anno precedente e con un 8% rappresentato dalle vendite all'estero, diluite in una moltitudine di Paesi: 68 per la precisione, dagli Stati Uniti all'Estonia, dalla Germania al Cile, dalla Svizzera al Paraguay. Nel progetto di espansione, Bauli è riuscita a conquistare la fiducia di un partner importante, Simest, la finanziaria nata nel 1991 per assistere le imprese italiane nel processo di internazionalizzazione attraverso l'acquisizione di partecipazioni nelle società costituite all'estero: lo scorso anno sono stati 62 i progetti approvati, di imprese italiane all'estero e in Italia, con un impegno di 130 milioni di euro. Ciò ha consentito di realizzare investimenti complessivi per oltre 670 milioni di euro. Da parte sua, il gruppo scaligero ha tutte le carte in regole per vincere questa nuova scommessa: oltre ai numeri, la forza di aziende acquistate negli anni, come la trevigiana Doria e il gruppo Bistefani, e poi i marchi Motta, Alemagna, Tartufone Motta, Trinidad e Gran Soffice acquisiti dal gruppo Nestlè. o COPYRIGHTCOPYRIGHT

Francesca Lorandi

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