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Amazon, primo sciopero
nel giorno di supersconti

Lo sciopero davanti ai cancelli di Amazon, nel Piacentino
Lo sciopero davanti ai cancelli di Amazon, nel Piacentino
Lo sciopero davanti ai cancelli di Amazon, nel Piacentino
Lo sciopero davanti ai cancelli di Amazon, nel Piacentino

PIACENZA

Lo hanno chiamato «strike friday», sciopero del venerdì e, per un giorno, sono scesi dall’astronave di Amazon di Castel San Giovanni, Piacenza, centro logistico del più grande sito di commercio online del mondo. Sull’adesione allo sciopero è una guerra di numeri, ma entrambe le parti cantano vittoria: Cgil, Cisl, Uil e Ugl per aver fatto entrare il sindacato in un colosso della nuova economia, Amazon perché nonostante lo sciopero tutti i clienti del Black Friday hanno regolarmente ricevuto il loro pacco.

La protesta dei lavoratori di Amazon è stata internazionale: anche in Germania il Ver.di, il grande sindacato tedesco del settore dei servizi, ha proclamato lo stop in sei filiali del colosso dell’e-commerce, proprio in occasione del giorno clou per le vendite e le consegne. Lo sciopero era stato proclamato dai lavoratori in assemblea per chiedere ad Amazon di migliorare le condizioni di lavoro, stipendi più alti ma, soprattutto, di condividere con i lavoratori una parte degli utili, in un’azienda i cui conti vanno a gonfie vele. Lunedì sindacati e azienda si vedranno per trattare.

Il Black Friday fa volare le fortune di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Il suo patrimonio è salito di 2,4 miliardi di dollari arrivando a 100,3 miliardi, con il rialzo del titolo che in Borsa a New York ha chiuso ieri a +2,6% grazie al Venerdì nero, riporta l’agenzia Bloomberg.

Secondo i sindacati, ha aderito al «primo grande sciopero nell’epoca dell’impresa 4.0» - come lo ha definito il segretario della Uil Carmelo Barbagallo - il 60% dei lavoratori a tempo indeterminato, secondo Amazon il 10% del totale. Ma gli stabili, che hanno scioperato, sono 1.600, i dipendenti delle agenzie interinali che vengono chiamati nei periodi di massimo picco, attualmente sono oltre duemila e quasi nessuno ha fatto sciopero, nonostante fosse stato proclamato anche per loro, per paura di non essere richiamati. Nessuna tensione con chi è entrato a lavorare, nè blocchi dei camion.

Solidarietà di esponenti del Pd che hanno parlato di «nuovo sfruttamento». Susanna Camusso e Annamaria Furlan, leader di Cgil e Cisl l’hanno definita una rivendicazione «giusta», assicurando il loro sostegno.

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