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Agsm-Aim verso nuove fusioni «Solo così saremo competitivi»

Quartiere generale Sede della Asgm-Aim  in Lungadige Galtarossa
Quartiere generale Sede della Asgm-Aim in Lungadige Galtarossa
Quartiere generale Sede della Asgm-Aim  in Lungadige Galtarossa
Quartiere generale Sede della Asgm-Aim in Lungadige Galtarossa

La fusione tra Agsm e Aim è un primo passo. Il processo di transizione energetica, la rivoluzione digitale e soprattutto il contesto di mercato richiedono attori di grandi dimensioni, in grado di fare investimenti e di generare valore incrementale. Un trend già iniziato negli anni scorsi e che si sta consolidando: lo sanno i protagonisti dell’aggregazione delle due multiutility, le amministrazioni comunali di Verona e di Vicenza e i vertici della nuova società. Una conferma in più è arrivata ieri durante il convegno «Multiutility - Il Valore delle Partnership», organizzato da Uiltec Area Vasta Verona Vicenza. «Il settore è in una fase di trasformazione senza precedenti», ha detto Luca Romano, direttore della società di ricerche Local Area Network, «a causa di fenomeni quali la transizione energetica verso fonti rinnovabili e distribuite, la liberalizzazione e innovazione tecnologica nel mercato energy, l’apertura della competizione nella distribuzione gas, la convergenza cross industry che apre nuove opportunità di creazione di valore in ambito Smart Territory. Negli ultimi anni quattro grandi multiutility del nord hanno registrato un aumento esponenziale degli utili mentre quelle dimensionalmente più piccole hanno riportate cadute di profitti altrettanto consistenti». Tra queste c’è anche Agsm ha spiegato Romani, mostrando un grafico che riportava però dati anteriori alla fusione. Quelli della prima semestrale post aggregazione, approvata a inizio mese, parlano di ricavi pari a 704,9 milioni di euro, in aumento rispetto ai 555,4 milioni di euro registrati nello scorso esercizio, calcolati sommando le semestrali delle sue società. Ma questa aggregazione può bastare? È scettico Romano: «Il processo in atto che vede le dimensioni come un elemento indispensabile per lo scenario competitivo ha portato all’aggregazione tra Agsm e Aim e alla creazione di una società che si configura come medio piccola». Insomma, c’è ancora strada da fare, considerando che «il settore è in una fase di trasformazione senza precedenti», ha detto l’analista, e servono «capacità di investimento, flessibilità e autosufficienza». Ma non ha intenzione di scendere a compromessi, Stefano Casali: «L’azienda è solida e forte e non è aggredibile: siamo protagonisti tra le multiutility e padroni del nostro destino. Siamo disponibile al dialogo ma Agsm Aim deve essere polo aggregativo: principale protagonista di un ragionamento” di aggregazione «e non preda», ha puntualizzato. Ha aggiunto il sindaco Federico Sboarina, ricordando il processo che ha portato alla fusione: «Eravamo molto in ritardo rispetto a un mercato sempre più competitivo e aggressivo: la nostra azienda godeva di buona salute, non era però detto che sarebbe stato così anche in futuro. Abbiamo quindi avviato un percorso aggregativo che forse non è stato fatto a sufficienza». Sboarina ha sottolineato l’importante dialogo che in quel processo è stato portato avanti con le sigle sindacali «perché una multiutility come Agsm deve mantenere anche un carattere sociale, ha Dna pubblico». Si è spinta un po’ più in là Lucia Perina, segretario Uiltec Area Vasta Verona Vicenza, sottolineando che «stanno per essere raggiunti i due obiettivi che come sindacato ci eravamo prefissati, il mantenimento dei livelli occupazionali e la valorizzazione delle competenze puntando sulla qualità dei professionisti. L’auspicio è che l’unione di Agsm-Aim sappia far convergere politica e componente tecnico-industriale verso un unico obiettivo: sviluppo e crescita aziendale». •.

Francesca Lorandi

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