Quaranta giorni di serrate consultazioni per decidere se alzare l’asticella degli investimenti. Al termine del metaforico «rollaggio» si capirà se il progetto di rilancio dell’aeroporto di Montichiari, al traino del piano industriale del Catullo, potrà decollare o se rientrerà nell’hangar delle occasioni perdute. Per ora la sponda bresciana sembra propendere per il no. Dopo quello di 35 milioni di euro approvato nel 2021, l’assemblea degli azionisti ha approvato un nuovo aumento del capitale sociale che vale 30 milioni di euro. Fondi che servono per gli investimenti sull’aerostazione legati al progetto scaligero Romeo per ampliare il terminal.
Le incertezze di Brescia
Ma se Provincia e Camera di Commercio di Verona hanno già detto un sì certo - così come la Provincia di Trento, che detiene il 14,23% delle quote sociali -, Brescia si è presa tutto il tempo a disposizione per valutare se vale la pena investire. Al Broletto la ricapitalizzazione costerebbe 700 mila euro, «una cifra non indolore in un clima di austerità diffusa e con la Provincia che deve affrontare problematiche urgenti e altre priorità legate alle strade e al patrimonio edilizio scolastico», ricorda il presidente Emanuele Moraschini. I dubbi espressi trasversalmente dai partiti riguardano la rappresentanza. Il peso di Brescia nella compagine societaria non incide più di tanto e, sia pure ridimensionato da un'eventuale rinuncia alla ricapitalizzazione, si passerebbe da un'attuale partecipazione del Catullo del 2,6% all'1,8%.
Le analisi del Broletto
L’analisi del presidente della Provincia lascia quindi intendere che l’esito della decisione non è scontato. «Non bastano le risorse per garantire il rilancio del D’Annunzio. E’ necessario che non solo la Provincia, ma tutto il Sistema Brescia si muova in quella direzione. Avevamo deciso di rimanere nella compagine con una piccola quota per essere sempre aggiornati sugli sviluppi e sul futuro dell’aeroporto che continua a permanere in una fase di stallo. In questi giorni il confronto con i consiglieri provinciali è in corso e presto prenderemo una decisione». Sulla quale non potrà pesare la frenata del progetto di trasformare Montichiari in un hub europeo per l’esportazione di merci in Africa attraverso la Libia, devastata dalle alluvioni.
La strategia
«Quella di Montichiari è in ogni caso una infrastruttura strategica che, se sviluppata, porterebbe un grande contributo ai sovraffollati aeroporti lombardi, ed è diventata un punto di riferimento per la Lombardia orientale. Le potenzialità di questo aeroporto, già ampiamente evidenziate negli anni, garantirebbero anche uno sviluppo economico per il territorio», afferma Moraschini. Centrosinistra e centrodestra hanno calendarizzato degli incontri separati per valutare costi e benefici. Sullo sfondo si staglia la potenziale crescita conseguente della quota di maggioranza detenuta dalla Save di Enrico Marchi. I riflettori sono puntati sul Comune di Verona che detiene il 4,6%.